Ci si dimentica spesso dell’immenso patrimonio culturale presente nella nostra città di Catania e di come esso venga puntualmente poco valorizzato. Salvo alcune eccezioni, vi sono realtà interessanti e in grado di attirare numerosi visitatori ma di cui raramente qualcuno ha mai sentito parlare, anche se sotto gli occhi di tutti.
Incamminiamoci dunque in un percorso circolare attraverso luoghi tanto conosciuti quanto invisibili, alla scoperta di una Catania delle origini.
Vi si accede da una piccola scala adiacente alla facciata della cattedrale di Sant’Agata. Si tratta di un immenso complesso sotterraneo – probabilmente esteso sino alla via Garibaldi – un tempo centro termale risalente al III-IV secolo d.C.
I resti furono sepolti a più riprese – soprattutto dopo il terremoto del 1693 – ma non se perse la memoria, di fatti tra la fine degli anni Novanta e l’inizio dei Duemila il sito venne recuperato e reso sicuro per le visite.
Oltre ai comuni locali tipici delle terme antiche di epoca romana come il frigidarium o il tiepidarium, la planimetria sembra ispirarsi a quella delle famose terme di Diocleziano site a Roma.
Superando la Fontana dell’Amenano, anche detta “acqua a linzolu”, e procedendo attraverso la Pescheria, si giunge in Piazza Currò: da anni luogo di movida, con i suoi ombrellini colorati, le sue luci e ormai soprannominata “l’ostello” dal famoso locale vicino. Proprio nella piazza, luogo di ritrovo dei giovani catanesi, passa nella notte inosservato il complesso delle Terme dell’Indirizzo. Datate sempre intorno al III-IV secolo d.C, devono il loro nome alla vicina chiesa di Santa Maria dell’Indirizzo. Particolarità di tale sito è l’impiego della famosa nera roccia basaltica dell’Etna, caratteristica del territorio e tipica dell’architettura locale, e non solo.
Piccola curiosità: procedendo verso l’area del Castello Ursino e attraversando il ponte a cavallo della ferrovia, è possibile visitare il Pozzo di Gammazita. Il nome vi sarà familiare per il famoso omonimo locale: tuttavia, tale luogo è legato a un importante momento della storia siciliana spesso dimenticato, La guerra del Vespro e a una leggenda tanto curiosa quanto attuale.
A pochi metri dal teatro greco-romano, si trova il complesso termale delle Terme della Rotonda. Il nome deriva dalla successiva chiesa di epoca bizantina di Santa Maria della Rotonda, chiamata così perché dotata di una cupola a tutto sesto proveniente dalla precedente struttura.
Fra le particolarità del sito sono da citare i bellissimi affreschi – in parte purtroppo andati perduti – e i numerosi resti funerari relativi alle sepolture della chiesa cristiana successiva. Si tratta in ogni caso di realizzazioni successive, nel caso degli affreschi, databili fino al XVIII secolo.
Seppur maggiormente conosciuto, il sito dell’Anfiteatro romano si mostra solo in parte a causa della colata lavica che colpì Catania nel 1669 e del terremoto del 1693. Infatti, solo agli inizi del Novecento vennero attuati dei lavori di recupero, consentendo di ammirare solo una piccola porzione della struttura nei pressi di Piazza Stesicoro.
Pochi conoscono però le originarie dimensioni dell’Anfiteatro: con una circonferenza di 309 metri, è annoverato insieme ad altri grandi anfiteatri come il Colosseo e l’Arena di Verona; poteva ospitare fino a 15.000 spettatori e unico era il contrasto cromatico del basalto nero dell’Etna e i mattoni rossi con cui era costruito.
È chiaro come la Fontana dell’Elefante sia il monumento più conosciuto di Catania, nonché simbolo della città da secoli. Tuttavia, non molti conoscono la sua origine così come quella del nome dialettale u Liotru, più diffuso.
Il nome deriva da Eliodoro, il negromante protagonista del mito: egli tentò di diventare vescovo della città e per questo venne considerato apostata da Leone II il Taumaturgo. Eliodoro, grazie alle sue capacità magiche, riuscì a creare un elefante di pietra animato con cui spostarsi da Catania a Costantinopoli. Dopo tale vicenda, sempre secondo il mito, gli abitanti della città vollero conservare la statua e venerarla.
Nella realtà storica, la statua dell’elefante sembra essere presente all’interno delle mura cittadina già dal XII secolo, come ci riferisce il geografo arabo Idrisi.
Tenendo conto soprattutto dei primi tre siti trattati, Catania appare ricca di luoghi degni di interesse storico e da riscoprire. Lo stato però in cui versano è dettato dall’inciviltà e dall’abbandono delle istituzioni che mal considerano questi reperti, sbagliando nel credere che essi non possano rivelarsi anche solo redditizi dal punto di vista economico e soprattutto turistico.
Andate dunque a visitare questi importanti monumenti e rendete onore a quella che è la lunga e grande storia della nostra città, Catania.
Riccardo Bajardi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.