La comunicazione pubblicitaria è un’arma a doppio taglio. Può avere successo ma anche rovinare l’immagine aziendale, e questo il consorzio Parmigiano Reggiano l’ha imparato a sue spese. Renatino, protagonista dello spot ormai diventato virale, ha scatenato una vera e propria bufera social.
A scatenare il delirio sui social è stato il nuovo spot tratto dal mediometraggio “Gli Amigos” di Paolo Genovese. Protagonista di questo spezzone è Renatino, fedele operaio del consorzio elogiato per la sua dedizione al lavoro: «L’unico additivo è Renatino, che lavora qui 365 giorni l’anno da quando aveva 18 anni». «Ma davvero? E sei felice?» – chiedono increduli i visitatori. «Si.» è la risposta secca dell’operaio.
Lo spot dipinge un’immagine utopica della realtà aziendale dove Renatino incarna la figura del dipendente modello: lavora sodo, quasi senza sforzo, poiché mosso dalla passione. «Sentite questo profumo? È l’amore che ci mette Renatino!».
Il pubblico ha totalmente frainteso l’immagine idilliaca che Parmigiano Reggiano intendeva trasmettere, generando una visione distorta dello spot. Renatino diventa una vittima del sistema aziendale, la cui intera esistenza è vincolata al lavoro. Come se non bastasse, viene esibito come fenomeno da baraccone, e deve mostrarsi sorridente e felice della sua condizione. Oltre il danno, la beffa.
Insomma, l’immagine che emerge è quella di un vero e proprio sfruttamento spacciato per passione. La reazione del web, ovviamente, non si è fatta attendere. Nel giro di poche ore si sono moltiplicati i tweet indignati del pubblico sotto l’hashtag #Renatino (e la variante ironica #FreeRenatino con i relativi meme). Gli utenti accusano l’azienda di inneggiare al totalitarismo aziendale, e di normalizzare l’alienazione dei lavoratori, totalmente assorbiti dalla loro professione e privati del loro tempo libero.
L’azienda ha prontamente risposto alle critiche emerse dai social, spiegando quali fossero i veri intenti dello spot e perché, a loro dire, il pubblico li ha fraintesi.
Il parmigiano reggiano, per il suo particolare ciclo produttivo, richiede una continua attenzione e deve realmente essere lavorato 365 giorni l’anno. Ciò, però, non implica che i dipendenti seguano ritmi da stakanovista, come sembra suggerire lo spot. Renatino è solo una metafora che simboleggia la passione e la costanza dell’intero team che lavora per la produzione del Parmigiano.
«È un’opera di finzione, che serve allo sceneggiatore per magnificare il prodotto. Non è un documentario. Può non piacere ma non fatene un tema di politica, di lotta di classe, di diritto dei lavoratori.» – queste le parole dell’attore Stefano Fresi, travolto anche lui dalla bufera mediatica.
Il consorzio ha accolto le lamentele del pubblico mostrandosi disposto a modificare lo spot.
«Ci dispiace se la volontà di sottolineare la passione dei nostri casari è stata letta con un messaggio differente, che non abbiamo avuto la sensibilità di rilevare.» – dichiara Mangini, direttore del consorzio. «Questa è la ragione che ci conduce a modificare lievemente la pianificazione della campagna, accogliendo con rispetto quanto emerso».
Lo spot è sbagliato da cima a fondo o si tratta solo di un errore metodologico? In entrambi i casi l’azienda ha peccato di superficialità, sottovalutando la potenziale pericolosità dei messaggi pubblicitari, che non possono essere veicolati con una tale leggerezza.
Il detto “nel bene o nel male, purché se ne parli” non funziona quando intacca l’eticità dell’azienda, soprattutto quando si trattano temi delicati come il rispetto dei diritti dei lavoratori.
Alice Maria Reale
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Nata a Catania nel lontano 2002, la piccola Alice si è sempre distinta per la sua risolutezza e determinazione.
Dopo aver deciso di voler diventare un’archeologa, poi una veterinaria e poi un’insegnante, si iscrive al Liceo Linguistico Lombardo Radice e scopre le sue due grandi passioni: la scrittura e le lingue straniere, che decide di coniugare iscrivendosi alla facoltà di Scienze e Lingue per la Comunicazione.