La tecnologia sta facendo passi da gigante e sempre più spesso sentiamo parlare di innovazioni tanto incredibili quanto inquietanti: intelligenze artificiali che prendono coscienza di sé, assistenti vocali che riproducono la voce dei defunti… e, adesso, non siamo “al sicuro” neanche mentre dormiamo. Un esperimento della multinazionale Coors ha mostrato come sia possibile manipolare i sogni inserendovi pubblicità.
L’esperimento in questione è stato ideato dalla multinazionale statunitense Coors Brewing Company, leader nel settore delle bevande alcoliche. Ne abbiamo una testimonianza diretta grazie a Bobbi Gould, travel writer che ha raccontato la sua esperienza a The Hustle. Secondo quanto riportato dalla donna, la sperimentazione ha coinvolto 18 persone, contattate tramite annunci web. Lei, ad esempio, è venuta a conoscenza della proposta su Craigslist, tramite un annuncio che offriva 1000$ a “dormienti volontari”.
I volontari sono stati sottoposti a una serie di video per stimolare il sonno: paesaggi, ruscelli e cascate, accompagnati da apparizioni causali di lattine di birra Coors. Infine, per favorire il rilassamento, hanno ascoltato la musica degli spot pubblicitari Coors fino a prendere sonno (monitorati da un macchinario che rileva le attività celebrali).
Sorprendentemente, l’esperimento ha dato i suoi frutti: la maggior parte dei soggetti coinvolti ricordavano la presenza di lattine di birra Coors nei loro sogni. Tra questi anche Bobbi Gould: «In un sogno stavo saltando su un Pogo stick e avevo in mano dei prodotti Coors. In un altro ero su un aereo e facevo cadere lattine di Coors sulle persone, mentre loro mi acclamavano». Insomma, l’esperimento è stato un successo per la multinazionale, ma non altrettanto per i partecipanti: «Ci siamo sentiti come dei topi da laboratorio. Non è stato bello».
I sogni sono più potenti di quanto crediamo, e – come se la situazione non fosse già abbastanza preoccupante – sappiamo ben poco su di essi. Robert Stickgold, professore di psichiatria all’Harvard, afferma che i sogni abbiano il potere di definire quello che siamo: la notte elaboriamo e riprocessiamo i ricordi dei giorni precedenti, collegandoli tra loro e decidendo quali mantenere e quindi fissare nel nostro cervello. Il tutto in maniera inconscia e incontrollabile… almeno fino ad adesso.
Vi è mai capitato di canticchiare una canzone senza un motivo apparente, per poi scoprire di averla appena ascoltata in uno spot pubblicitario? O di rivedere uno spot di tanti anni fa e ricordarlo sorprendentemente bene? Ecco, questo spiega come abbiamo imparato a convivere con la pubblicità. Siamo ormai abituati agli spot che durano più dei film, ai cartelloni pubblicitari che invadono le nostre strade e persino agli annunci pubblicitari tra una canzone e l’altra. Siamo talmente tanto abituati che crediamo di riuscire a ignorarli, ma non è così. Essi lasciano comunque una piccola traccia su di noi, a livello inconscio. Tuttavia, da svegli siamo capaci di reagire: cambiare canale, distogliere lo sguardo, o elaborare criticamente quello che stiamo osservando. Se davvero gli annunci pubblicitari arriveranno nei nostri sogni, non avremo più scampo: tutte le nostre “barriere protettive” crolleranno e arriveremo davvero a vivere in un futuro distopico in stile Black Mirror, in cui i media prendono il pieno controllo delle nostre vite.
Una pratica del genere, dubbiamente etica e morale, oggi sembra un’utopia. Secondo Stickgold, invece, il rischio che divenga realtà è concreto. Sempre più utenti hanno una smart home, o comunque dispositivi di assistenza vocale nelle proprie case. Secondo lo scenario immaginato da Stickgold, le aziende potrebbero acquistare delle fasce orarie in cui trasmettere le loro pubblicità, anche mentre dormiamo. E se i risultati dell’esperimento corrispondessero alla realtà, questo potrebbe influenzare le nostre scelte di consumo.
Nonostante i grandi dubbi che solleva questo esperimento, la sleep intervention non è una novità e non è così dannosa come sembra, soprattutto se applicata nei giusti campi. Diversi studi mostrano come la manipolazione dei sogni sia un’ottimo metodo per porre fine a cattive abitudini, come ad esempio il vizio del fumo. Una ricerca in particolare mostra come essere sottoposti all’odore del fumo misto ad altri odori sgradevoli durante il sonno riduca significativamente il consumo giornaliero di sigarette.
Un conto è usufruire della manipolazione del sonno a scopi medici o terapeutici, un conto è convertirla in uno strumento commerciale. Già oggi una buona percentuale delle nostre attività quotidiane è tracciata e va a finire nelle mani delle aziende, nel grande universo dei Big Data. Ci verrà tolta anche la libertà di sognare?
Alice Maria Reale
Fonte immagine: Flickr
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Nata a Catania nel lontano 2002, la piccola Alice si è sempre distinta per la sua risolutezza e determinazione.
Dopo aver deciso di voler diventare un’archeologa, poi una veterinaria e poi un’insegnante, si iscrive al Liceo Linguistico Lombardo Radice e scopre le sue due grandi passioni: la scrittura e le lingue straniere, che decide di coniugare iscrivendosi alla facoltà di Scienze e Lingue per la Comunicazione.