Sono stati appena pubblicati da Salvatore Saladino, Country Manager italiano di Dataforce, i dati relativi all’andamento del mercato riguardo alla compravendita di auto private e veicoli commerciali per il mese di gennaio 2019. L’importante società di analisi di mercato internazionale, con sede a Francoforte, che dal 1997 fornisce alle industrie automobilistiche informazioni di elevato profilo relative alle flotte e ai diversi canali di vendita del settore, ha evidenziato, nel suo post, una perdita di ben 7 punti e mezzo nel primo mese del nuovo anno.
Parte quindi in negativo (-7,49%) questo 2019, peraltro conseguenza di un periodo già di recessione verificatasi negli ultimi mesi dello scorso anno. A parità di giornate lavorative, (esattamente 22) valide per l’immatricolazione, il primo mese del 2019, per il mercato di compravendita veicoli, comprensivo di “Passenger Cars”, veicoli per passeggeri, e “Light Commercial Vehicles”, automezzi commerciali, si è chiuso purtroppo con un bilancio in rosso. Le immatricolazioni delle auto sono state ben 13.366 in meno, con la discesa del valore da 178.501 a 165.135. Anche per quanto riguarda gli autocarri fino a 3,5 tonnellate, si è rilevato un saldo negativo con una flessione del -4,76%, pari a 620 unità, che hanno fatto riscontrare un totale di 12.419 di questo gennaio nei confronti delle 13.039 del 2018. Meglio i veicoli commerciali leggeri, che hanno avuto uno scostamento di soli 39 mezzi, passando da 415 a 376. Il decremento ha visto coinvolti quasi tutti i canali di distribuzione, tranne quello dei privati, che, in controtendenza, ha manifestato segni di ripresa, già evidenti nel trimestre precedente con acquisti a gennaio per più di 4.400 vetture (+4,32%). Per il comparto dei veicoli commerciali leggeri il noleggio a lungo termine ha raggiunto una market share del 24,04% (si consiglia Van4you per il servizio di noleggio furgoni con sede a Pescara, Lodi, Brescia e tante altre sedi in Italia)
Questi dati comprendono anche le importazioni parallele, cioè le targhe di autoveicoli nuovi non transitate attraverso gli importatori ufficiali, che hanno contribuito a rendere meno pesante tale bilancio, e hanno conquistato una quota complessiva significativa sul totale delle immatricolazioni italiane, pari all’8%. Inoltre, bisogna registrare un attivo, +28,67%, delle auto-immatricolazioni dei concessionari, e un passivo, pari al -30,77%, dei costruttori, principalmente dovuto alla mancanza di sistemi incentivanti all’acquisto, come, per esempio, il super-ammortamento degli ultimi due anni.
Male, invece, il comparto del rent a car, con quasi tutti i canali di distribuzione, sia per artigiani e professionisti (-1,76%), sia per le flotte di proprietà e leasing (-6,81%), e soprattutto per il comparto del noleggio a lungo termine, che ha fatto registrare una flessione negativa pari a -19,16%, corrispondente a 4.645 unità. Un po’ meno negativa nel breve termine, che ha chiuso con -2.646 automezzi, vale a dire un regresso del 15,95%. Quest’ultimo dato era abbastanza scontato, vista l’anticipazione del forte rialzo di dicembre 2018 (+62,45%).
Le vendite aziendali e le km zero dei concessionari, invece, mostrano un diverso andamento, anche se sempre in negativo, in quanto a gennaio sono state 16.792, a fronte delle 26.734 del 2018. Dobbiamo però distinguere quelle dei dealer, 16.114 targhe, scese di 2.407 unità, con uno scostamento del -13%, da quelle degli OEM, i costruttori, che sono passate da 8.213 dello scorso anno alle 678 di questo gennaio, facendo registrare una regressione notevolissima, addirittura del –91,74%.
Dal punto di vista delle alimentazioni tradizionali, diesel e benzina, c’è da registrare il drammatico crollo delle auto a gasolio, che perdono di interesse, facendo registrare un calo di vendite di 31.500 targhe, 28% in meno rispetto al pari periodo 2018, raggiungendo quasi il range delle vetture a benzina che, al contrario, crescono di pari passo: prova ne è l’incremento del +28%. Per quanto riguarda le alimentazioni alternative, invece, abbiamo incrementi interessanti sia per le ibride che per le elettriche, rispettivamente +18,09% e +30,5%, anche se non arrivano a compensare il bilancio in rosso e la debacle del diesel.
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