«Cosa fareste dovendo vivere con due dollari al giorno?» Un quesito che lascia spazio a pochi dubbi e parecchie riflessioni. Al giorno d’oggi viviamo in un mondo in cui, secondo i dati raccolti dall’ONU, 800 milioni di persone si trovano in una condizione di povertà estrema. Tra le innumerevoli proposte per combattere la miseria spicca senz’altro quella avanzata dal noto magnate americano Bill Gates, il quale si è detto pronto ad andare in soccorso delle popolazioni sub-sahariane donando loro 100mila polli d’allevamento. Del resto non esiste alcun «investimento che abbia una percentuale di ritorno come la capacità di riprodursi dei polli», ha dichiarato il genio di Microsoft in occasione del lancio della campagna a New York City. Illustrando i dettagli del progetto, ha spiegato che l’obiettivo è avviare aziende agricole in aree di povertà, introducendo per l’appunto una risorsa a basso costo come il pollame.
Bill parla di Confucio e della parabola del riso, un’autentica perla di saggezza orientale che attraversa la notte dei tempi e giunge fino alla frenesia dei giorni nostri. Del resto egli non è nuovo a iniziative benefiche. La svolta filantropica di Gates avvenne nel 1998, all’indomani della vicenda Netscape, una storia che gettò nell’ombra l’immagine dell’imprenditore di successo. Negli ultimi anni però, ha colto al volo l’opportunità di diventare un campione della solidarietà agli occhi dell’opinione pubblica, arrivando a donare complessivamente 28 miliardi di euro attraverso la Bill&Melinda Gates Foundation, la fondazione benefica che da anni gestisce insieme alla moglie Melinda.
Gabriele Mirabella
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