SYDNEY – Secondo quanto riportato dall’agenzia ANSA, le autorità australiane sono vicine alla scoperta del creatore dei Bitcoin. La Polizia di Sydney ha condotto una perquisizione con dodici agenti nella casa e negli uffici di un uomo considerato l’inventore della moneta virtuale, spiegando però che l’azione è nata per indagini fiscali. L’uomo conosciuto con il suo pseudonimo, Satoshi Nakamoto (che creò nel 2009 la moneta virtuale), potrebbe essere Craig Steven Wright, un professore ed imprenditore australiano di 44 anni. Nel 2014 Newsweek annunciò di aver identificato nell’ingegnere californiano Dorian Satoshi Nakamoto il padre del Bitcoin, ma lui negò ogni eventuale coinvolgimento nella vicenda.
Ora i siti americani Wired e Gizmondo, specializzati in tecnologie, sono certi che il creatore del Bitcoin sia australiano. Gizmondo ha spiegato che dai documenti in suo possesso risulta che Wright ed un informatico americano, Dave Kleinman , morto nel 2013, stavano lavorando da tempo alla creazione di una moneta virtuale da poter scambiare online. A sostegno di tutto ciò ci sarebbe anche un messaggio del 2014 in cui Wright scrive a tre colleghi usando l’indirizzo satoshi@vistomail.com, cioè lo stesso che Satoshi Nakamoto usava regolarmente per comunicare con i primi sviluppatori e utilizzatori dei Bitcoin. Il sistema si basa su una moneta elettronica con transazioni criptate completamente anonime, non viene gestito da alcuna banca e il valore dipende dalla fiducia dei suoi investitori. Basta dotarsi di un indirizzo Bitcoin e la cripto-moneta può essere trasferita a chiunque attraverso il web e salvata su un computer, sotto forma di portafoglio virtuale, o tenuta presso terzi che svolgono funzioni simili ad una banca.
Non solo, dal novembre 2013 l’Università di Nicosia, a Cipro, accetta il denaro virtuale come mezzo di pagamento delle tasse universitarie. Il controvalore totale dell’economia Bitcoin, calcolato a dicembre 2012, era di circa 140 milioni di dollari statunitensi, ad aprile 2013 saliva a 1,4 miliardi di dollari e nel novembre 2013 con un cambio 1 Bitcoin = 540 USD. I Bitcoin vengono accettati sia per servizi online sia per beni tangibili come, ad esempio, automobili usate o contratti di sviluppo software. In Italia sono funzionanti cinque punti Automated Teller Machine presso i quali è possibile prelevare o versare Bitcoin sul proprio conto corrente, effettuare bonifici e pagamenti con i punti associati al circuito di pagamento Bitcoin. Da mesi la moneta virtuale è finita nel mirino delle autorità americane ed europee che temono sia usata per truffe e secondo la stampa americana pure l’ISIS avrebbe un conto Bitcoin per spostare fondi e finanziare le proprie attività.
Marcello Strano
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