Negli ultimi anni si è parlato tanto dei possibili benefici derivanti da uno stile di vita bio e dei vantaggi di portare prodotti biologici sulle nostre tavole. Per saperne di più è opportuno capire il concetto di prodotto biologico in maniera corretta, in modo da essere in grado di saperlo riconoscere a prima vista: ciò condente, infatti, di possedere un senso di consapevolezza che procede di pari passo con la crescita del settore. Infatti, dalla “fotografia” recentemente scattata dal ministero per le Politiche agricole, si può facilmente dedurre l’ascesa del biologico, che registra il +20% nelle vendite e un aumento degli occupati nel settore (+8,2%), oltre a quello delle superfici agricole adoperate per i suddetti metodi di coltivazione (+7,5%). In altre parole, 1,5 milioni di ettari (il 12% della superficie agricola totale utilizzata) sono lavorati in modo bio, il che contribuisce a rafforzare notevolmente la biodiversità del paesaggio e al tempo stesso a ridurre l’impatto della chimica sul territorio. In questo contesto sono cresciute in maniera significativa anche le quote destinate agli allevamenti bio, distribuiti tra il +19,6% di bovini, il +18,2% di pollame e il +8,8% di razze caprine.
Questi dati consentono di sviluppare una visione complessiva delle rinnovate esigenze dei consumatori e i numeri sono destinati a crescere ancora nei prossimi anni, in particolar modo presso la grande distribuzione, in cui il biologico è fermo al 3% del comparto agroalimentare, pur segnando un leggero incremento nei consumi dopo il primo trimestre del 2016 (+0,5% rispetto al 2015). Frattanto, dagli uffici del ministero, ci si dice pronti a sostenere il settore con investimenti da «1,5 miliardi di euro per offrire al biologico le risorse di cui ha bisogno per continuare a crescere», come assicura il ministro Maurizio Martina, il quale ha lasciato intendere di non voler abbassare la guardia di fronte al finto biologico, attraverso attività di controllo da parte dell’Ispettorato. Un tale successo del mondo bio porta a guardare con ottimismo al futuro del comparto agroalimentare italiano, che da sempre gode di grandi eccellenze e tradizioni gastronomiche profondamente radicate in tutto il territorio nazionale.
Gabriele Mirabella
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