La situazione è chiara: nel corso del 2015, le aziende italiane hanno registrato danni totali per 9 miliardi di euro in seguito al cybercrime. È questo il dato che emerge da un convegno organizzato da Affinion International e dall’American Chamber of Commerce in Italy. L’utilizzo di internet è cresciuto in maniera esponenziale, grazie soprattutto al mobile, ma, a quanto sembrerebbe, l’Italia non è pronta a fronteggiare questo importante sviluppo. A causa di ciò, le aziende, non riuscendo a gestire adeguatamente questa crescita, stanno riscontrando numerosi problemi riguardo la sicurezza informatica.
Confrontando il Rapporto Clusit (resoconto sulla sicurezza informatica), secondo cui il cybercrime è aumentato del 30% nel 2015, l’incremento degli investimenti in sicurezza informatica nel nostro Paese è estremamente esiguo, pari a un +8% rispetto al precedente anno. Alessandro Piva, direttore dell’Osservatorio Information Security & Privacy del Politecnico di Milano, ha spiegato che la crescita di queste minacce dovrebbe portare le aziende a intraprendere percorsi di maturazione sia dal punto di vista dell’approccio strategico e della vision, sia dal punto di vista dei ruoli organizzativi e degli approcci tecnologici.
Secondo quanto emerso dall’analisi dell’Osservatorio, solo il 19% delle grandi imprese può, ad oggi, dirsi matura in entrambi questi versi. Nonostante la consapevolezza di questo fenomeno sia in continua crescita, solo il 33% del top management considera la sicurezza informatica come una priorità d’investimento per la propria azienda. D’altro canto, invece, sono le principali fonti d’attacco. Esse possono essere sia interne all’azienda, come i lavoratori attuali (nel 49% dei casi), sia esterne, come le associazioni criminali (58%). A dimostrazione delle grandi mancanze nel campo della sicurezza informatica, è tuttoggi ancora clamoroso l’attacco ad Hacking Team, azienda milanese che produce software per lo spionaggio governativo, che subì, appunto, un attacco informatico il 6 luglio scorso. Questa offensiva portò al prelievo di 400 gigabyte di materiale che contenevano i dettagli delle reti governative di oltre 30 paesi, Italia compresa.
Lo sviluppo sempre più crescente di internet sta mettendo in forte difficoltà le aziende italiane. Per salvaguardare tutto ciò è necessario iniziare a fronteggiare questa crescita esponenziale, al fine di evitare ulteriori e ingenti perdite.
Marco Razzini
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