Sei secondi. In questo breve intervallo di tempo i cybercriminali più esperti riescono a clonare una carta di credito, anche se a correre pericoli sembrano essere soltanto le carte appartenenti a circuiti sprovvisti di un sistema di controllo antifrode centralizzato, ovvero di un impianto di sicurezza basato sul confronto tra le richieste d’accesso e che avvia la rimozione di quelle sleali, se si manifestano in quantità eccessiva. Lo rivela un’indagine condotta dall’Università di Newcastle e pubblicata su IEEE Security&Privacy, rivista che si occupa per l’appunto di privacy e sicurezza informatica.
Secondo quanto riferisce l’ateneo britannico, gli hacker sarebbero in grado di compiere il furto di account e clonare carte di credito in un lampo con grande facilità, addirittura senza conoscere effettivamente nessun dato della carta. Più difficile appare invece quello che in gergo tecnico è comunemente conosciuto come il cash-out, vale a dire la riscossione materiale del denaro. Il rischio di essere scoperti è elevato, tant’è vero che i pirati informatici solitamente sfruttano il contante sottratto in maniera illegale per effettuare movimenti online, acquistare hardware o giocando d’azzardo su internet. È buona norma, quindi, tutelare le proprie carte di credito e in particolar modo assicurarsi che queste siano dotate di un sistema di controllo antifrode centralizzato.
Gabriele Mirabella
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