Sei secondi. In questo breve intervallo di tempo i cybercriminali più esperti riescono a clonare una carta di credito, anche se a correre pericoli sembrano essere soltanto le carte appartenenti a circuiti sprovvisti di un sistema di controllo antifrode centralizzato, ovvero di un impianto di sicurezza basato sul confronto tra le richieste d’accesso e che avvia la rimozione di quelle sleali, se si manifestano in quantità eccessiva. Lo rivela un’indagine condotta dall’Università di Newcastle e pubblicata su IEEE Security&Privacy, rivista che si occupa per l’appunto di privacy e sicurezza informatica.
Secondo quanto riferisce l’ateneo britannico, gli hacker sarebbero in grado di compiere il furto di account e clonare carte di credito in un lampo con grande facilità, addirittura senza conoscere effettivamente nessun dato della carta. Più difficile appare invece quello che in gergo tecnico è comunemente conosciuto come il cash-out, vale a dire la riscossione materiale del denaro. Il rischio di essere scoperti è elevato, tant’è vero che i pirati informatici solitamente sfruttano il contante sottratto in maniera illegale per effettuare movimenti online, acquistare hardware o giocando d’azzardo su internet. È buona norma, quindi, tutelare le proprie carte di credito e in particolar modo assicurarsi che queste siano dotate di un sistema di controllo antifrode centralizzato.
Gabriele Mirabella
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Classe ’92, calcio e giornalismo (e la buona tavola) sono il suo “pane quotidiano”. Tra le fantasie più recondite, quella di comparire tra le figurine Panini, pur non avendo mai giocato in Serie A. Ogni tanto si diletta con telecronache improvvisate di match inesistenti, tuttavia gli amici vorrebbero che sostituisse Beppe Bergomi a FIFA. Il suo sogno nel cassetto? Commentare una finale dei Mondiali.