Facebook continua a perdere utenti e sta cercando di salvare l’insalvabile: secondo un’inchiesta del Washington Post, il gruppo Meta ha ingaggiato una nota agenzia di consulenza per organizzare una campagna di diffamazione contro il suo principale competitor, Tik Tok.
Il piano è stato svelato dal quotidiano statunitense The Washington Post, che afferma di essere in possesso di diverse mail interne che ne definiscono gli obiettivi. Secondo quanto trapelato, il gruppo Meta si sarebbe affidato alla società di consulenza filo-repubblicana Targeted Victory per elaborare un’accurata campagna di diffamazione, veicolata tramite i media statunitensi. Sarebbe stata la stessa società, infatti, a contattare uffici stampa e di comunicazione per incitarli a diffondere una narrazione negativa del colosso cinese.
Ecco i principali punti sui quali si sarebbe concentrata la campagna.
«Il nostro sogno sarebbe avere degli articoli intitolati “from dances to danger” (dal ballo al pericolo)» – si legge in una delle mail. Il fulcro della campagna, infatti, sarebbe proprio la pericolosità del social per i giovani utenti. Non è certamente la prima volta che Tik Tok viene messo al centro di polemiche del genere: challenge mortali, trend pericolosi, algoritmi che danno dipendenza. Insomma, quale miglior espediente per screditare Tik Tok? Si tratta sicuramente di accuse con un fondo di verità, anche se molti dei “trend assassini” imputati a Tik Tok hanno preso piede proprio a partire da Facebook e Instagram.
Privacy e trattamento dei dati personali sono le problematiche più discusse del web e la Cina non è una delle nazioni con la miglior reputazione a riguardo. Far leva su questo – tenuto conto che Tik Tok appartiene alla società cinese ByteDance – sarebbe stato indubbiamente un ottimo modo per spaventare gli utenti e spingerli a prendere le distanze dalla piattaforma.
A portare il colosso di Zuckerberg a questa mossa disperata sono sicuramente i numeri, in calo già da inizio 2022. Facebook ha iniziato quello che sarebbe dovuto essere l’anno del riscatto, segnato dal progetto Meta, con un -22% in borsa e con il calo di utenti più consistente in 18 anni di storia. Inizialmente Zuckerberg si era dimostrato abbastanza tranquillo: descriveva il crollo in borsa come un “giusto compromesso” per raggiungere risultati più importanti sul versante metaverso. Ma, a conti fatti, sembra che il suo ottimismo stia iniziando a subire duri colpi, complice anche il mancato decollo dell’ambizioso progetto Meta.
Mentre Facebook continua a perdere colpi, i suoi competitors fanno passi da gigante. Oltre Tik Tok, che ha persino superato Instagram, potrebbe incombere un’altra importante minaccia: Twitter. L’acquisizione da parte di Elon Musk è ancora un punto di domanda, ma lascia presagire l’arrivo di una grande rivoluzione che potrebbe segnare il grande sorpasso di Twitter su Facebook.
Insomma, Facebook non è sicuramente nei suoi anni migliori. Non potendo procedere con l’acquisizione (come ha già fatto con Instagram e Whatsapp), la società di Zuck pensava di salvarsi con un’offensiva che, tuttavia, gli si è ritorta contro: piuttosto che mettere in cattiva luce Tik Tok, ha dato il “colpo di grazia” al suo stesso social, rischiando anche di danneggiare la reputazione delle altre piattaforme appartenenti al gruppo Meta. D’altronde, chi sarebbe disposto a dare fiducia a una piattaforma che crea deliberatamente campagne di disinformazione?
In questo contesto, Facebook può ancora mettersi in salvo? I fondi, l’immagine e la forza non gli mancano. Allora perché arrivare a una mossa così rischiosa, anziché tentare di rilanciare un social che, nella corsa incessante del web, sta ormai diventando obsoleto?
Alice Maria Reale
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Nata a Catania nel lontano 2002, la piccola Alice si è sempre distinta per la sua risolutezza e determinazione.
Dopo aver deciso di voler diventare un’archeologa, poi una veterinaria e poi un’insegnante, si iscrive al Liceo Linguistico Lombardo Radice e scopre le sue due grandi passioni: la scrittura e le lingue straniere, che decide di coniugare iscrivendosi alla facoltà di Scienze e Lingue per la Comunicazione.