Nel 2016 sta cambiando per la prima volta nella storia il quadro sociale ed economico di Cuba, l’isola caraibica che fu nella ormai lontana epoca imperialista una colonia spagnola. La svolta è partita l’indomani dell’incontro tra Barack Obama e Raul Castro, avvenuto pochi mesi addietro, la prima volta dal 1928 che un presidente americano mettesse piede nell’isola comunista. E la svolta partirà da internet, «uno dei maggiori motori di crescita nella storia dell’uomo», così lo ha definito il Presidente degli States. A tal proposito, grosse aziende del settore quali la Cisco e Stripe supporteranno le start-up cubane affinché possano immettersi nel mercato globale attraverso il web.
Google, dal canto proprio, si è già attivato per implementare wi-fi e la banda larga a Cuba e per diffondere sistemi operativi come Google Chromebook. L’obiettivo degli USA sarà quello di selezionare i migliori programmatori cubani e investire su di loro. Non più, dunque, un colonialismo violento che miri solo allo sfruttamento delle risorse altrui, ma un aiuto allo sviluppo attraverso reti e infrastrutture proprie della Silicon Valley e fino ad ora sconosciute all’isola caraibica.
Ester Sbona
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