CUBA – L’isola caraibica, storica roccaforte del socialismo comunista, rompe i vecchi schemi e si apre al mercato globale e agli States. È in questa direzione che va il Governo cubano, il quale con decreto del 2013 ha dato vita ad una zona economica speciale (ZES) nel porto di Mariel, a pochi chilometri di distanza dall’Havana.
Ma non è solo la ZES la novità, a Cuba potranno nascere a partire dal 2016 delle piccole e medie imprese aperte all’import/export: è quanto deciso nell’ultimo congresso del Partito Comunista Cubano e successivamente annunciato dal Presidente Raúl Castro attraverso un documento programmatico. Cambia, quindi, lo scacchiere geopolitico internazionale e Cuba si candida a diventare un nuovo appetibile bersaglio per il paese a stelle e strisce.
Intanto, però, i BRICS (i cosiddetti Paesi emergenti) si sono già fatti avanti in questa nuova area di interesse economico a livello internazionale e, nello specifico, la Cina e il Brasile sono stati i due paesi emergenti a finanziare proprio la creazione della ZES per poi accaparrarsi il controllo assoluto dei traffici economici del nuovo porto cubano.
Ester Sbona
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