1.010 piccoli risparmiatori – cioè persone con meno di 100.00 euro di risparmi presso la banca – sono stati coinvolti nell’ormai rinomato “Crack Risparmio”, ivi ben quattro banche sono state abbracciate dal tentativo di salvataggio da parte del Governo italiano. I suddetti detengono un totale di obbligazioni subordinati superiore alla metà del loro patrimonio. Il numero equivale, secondo i dati riporta da Il Sole 24 Ore, allo 0,1% dei clienti complessivi; 27.000.000 è invece il controvalore di tali bond. A delineare, però, le aeree personali più delicate, che bisogna maggiormente attenzionare tramite il fondo di solidarietà, appena istituito dall’emendamento ufficialmente presentato dal Ministero dell’Economia alla legge di stabilità, è la nuova struttura delle quattro banche salvate. Stiamo parlando della Marche, Carichieti, Carife ed Etruria (diretta da Roberto Nicastro).
«Le nuove banche oggi sono forti e in grado di stare al fianco della propria clientela, delle persone, delle imprese. A tre settimane dal momento della loro costituzione hanno già ripreso piena operatività con 300 milioni tra nuove erogazioni e rinnovi fidi a 1500 pmi. Le quattro banche e i loro 6mila lavoratori sono pronti ad accogliere i clienti, guardando al loro futuro con fiducia». Queste le parole riportate sul comunicato in merito.
Tutte le obbligazioni subordinate sono state datate in un periodo di tempo che va dal 2005 al 2013. Il 50% di queste, però, sono state emesse prima della crisi Lehman Brothers che ha nettamente modificato la percezione del rischio a cui ogni risparmiatore era esposto. Tutte le bond, comunque, sono state rilasciate prima dell’approvazione della direttiva europea in materia di crisi bancaria, la BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive). Essa ha introdotto determinate regole ai fini di prevenire e, in caso, gestire la crisi delle banche: fu chiamato Bail In e può toccare anche i depositi. Circa la metà delle suddette è stata collocata presso investitori istituzionali; invece, i clienti privati, possessori di obbligazioni subordinate, oggetto a loro volta del decreto 180, sono stimati in 12.500. Il loro controvalore equivale a 431 milioni di reddito capitale. Tra questi, i clienti delle 4 banche sopra citate sono 10.559 (poco più dell’1% del totale dei clienti che equivale a 1.000.000). Questi ultimi, ai sensi del decreto del 22 novembre con la procedura di risoluzione non hanno perso nulla, in quanto il Bail In, che ha il potere di coinvolgere anche i grandi depositanti, entrerà in vigore solo nel 2016.
I casi più esposti sono solo 1.010. In più, chiarisce il comunicato, per 8.020 clienti la concentrazione del portafoglio in obbligazioni subordinate è minore rispetto il 30% degli investimenti e più del 50% delle obbligazioni subordinate sono in possesso di 2450 clienti con patrimoni che superano i 250.000 euro. Per costoro l’investimento medio dei bond subordinati equivale a 65.000 euro, conclude la nota.
Francesco Raguni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.