Quante spese superflue esistono nella vostra vita? Prendete il classico sabato sera: 10 euro per una cena non troppo sfarzosa, 5 per la birretta con gli amici, altri 10 per un locale che “tanto è sabato, ci sta” e perché no, mettiamo anche la benzina che male di certo non fa. Ma immaginate, per un momento, di dover dire addio a questo stile di vita (e non solo quello del sabato sera). Quanto pensate di poter risparmiare in un anno? Ci sarebbero grossi ricavi dopo 365 giorni? La giornalista finanziara, Michelle McGagh, ha provato nella “titanica” impresa di eliminare per un anno intero tutte quelle spese “in più” con un risultato niente male a giustificarne i sacrifici.
Tutto inizia nel giorno del Black Friday del 2015. La casa in cui abitano lei e il marito da 2 anni ha un mutuo pesante e le mura si trasformano in piccoli cantieri. Questo fa riflettere la giornalista, che dal 26 novembre del 2015 non solo decide di non acquistare nulla in clima di saldi folli, ma di non farlo anche per i 365 giorni seguenti. Mutuo, utenze e assicurazione per la vita sono le spese più importanti da detrarre ai loro risparmi, subito dopo i costi per la telefonia mobile (dato che risparmiare non comporta l’isolamento dal mondo in stile Into the wild), i prodotti per la pulizia personale e della casa e infine il cibo. Quest’ultimo, inoltre, acquistato rigorosamente con un budget di soli 40 euro a settimana.
Le spese, dunque, erano ridotte letteralmente all’essenziale: niente cinema, ristorante con gli amici, costosi abbonamenti in palestra o cibi spazzatura da comprare nei vari fast food della città (che, oltretutto, è la non proprio modesta Londra). Budget a zero anche per i trasporti, con la sola bicicletta a dover portare in ogni dove la protagonista di questa storia. «La parte più dura è stata sicuramente l’inverno: ero depressa»; anche perché il periodo non è proprio di quelli più economici: regali natalizi, cenoni e un freddo non proprio allettante per chi deve muoversi con un mezzo a due ruote.
In primavera, però, la svolta. Sono tanti gli eventi free nella capitale di sua maestà in quel periodo, tra cui spiccano sicuramente i cinema aperti a tutti e il London Museum totalmente gratis. Ma era questa la formula giusta? «Avevo cercato di vivere la mia vecchia vita gratuitamente, invece avevo bisogno di abbracciare un diverso tipo di vita». Da lì cambia praticamente tutto. Michelle migliora le proprie abitudini e la propria routine: la foresta di Epping diventa la palestra in cui andare a nuoto, a piedi e in bici; i tanti parchi della città, invece, si trasformano nel giusto luogo in cui poter organizzare un pic-nic e passare delle piacevoli ore con il marito (ovviamente con cibo fatto in casa). Poi l’estate e con essa le vacanze, alla quale non hanno assolutamente rinunciato: tende, sacchi a pelo e cibi leggeri e poco costosi, come si faceva una volta: «Eravamo provati da centinaia di miglia in bici, ma è stata una delle mie vacanze preferite».
Trascorso anche l’ultimo giorno del suo anno low-cost, la giornalista tira le somme di questa sua personalissima impresa. Sono 25.000 gli euro risparmiati dal Black Friday del 2015, che andranno a pagare una buona parte del costoso mutuo della loro casa. Allo scoccare della mezzanotte (26 novembre 2016) le prime spese sono state «un giro di bevute per amici e famiglia e un volo per l’Irlanda per rivedere mio nonno» Il minimo dopo un anno a zero. Poi lo shopping che, secondo quanto ammesso dalla stessa Michelle, è stata la più grande mancanza, anche se «alla fine ho preso solo gli abiti necessari a rimpiazzare quelli logorati». Dopo un anno con la cinghia tirata allo stremo, è praticamente naturale ridimensionarsi, trovare un punto d’incontro che non comporti spese folli o altri 365 giorni senza compere: «compro l’essenziale e metto da parte un po’ per le vacanze, le sere con gli amici e i divertimenti». L’esperienza di Michelle, quasi un’utopia per un’era come quella del consumismo in cui viviamo oggi, diventerà anche un libro in lingua inglese The no spend year: how i spent less and lived more (L’anno senza acquisti: come ho speso meno e vissuto di più).
Francesco Mascali
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Proprietario, editore e vice direttore di Voci di Città, nasce a Catania nel 1997. Da aprile 2019 è un giornalista pubblicista iscritto regolarmente all’albo professionale, esattamente due anni dopo consegue la laurea magistrale in Giurisprudenza, per poi iniziare la pratica forense presso l’ordine degli avvocati di Catania. Ama viaggiare, immergersi nelle serie tv e fotografare, ma sopra tutto e tutti c’è lo sport: che sia calcio, basket, MotoGP o Formula 1 non importa, il week-end è qualcosa di sacro e intoccabile. Tra uno spazio e l’altro trova anche il modo di scrivere e gestire un piccolo giornale che ha tanta voglia di crescere. La sua frase? «La vita è quella cosa che accade mentre sei impegnato a fare altri progetti»