L’azienda Just Eat, impegnata nell’ordinazione e consegna del cibo a domicilio, ha appena lanciato nel Regno Unito un acceleratore (risorsa fondamentale per le start-up appena nate) dal nome Food Accelerator, il quale si rivolgerà alle nascenti imprese del settore alimentare. L’intento è quello di raccogliere, per mezzo di una call to action, le idee migliori mediante cui rinnovare la tecnologia legata al cibo e anticiparne il futuro. Entreranno a far parte dell’azienda solamente cinque fra start-up e business ancora all’inizio della loro carriera, che dovranno attestare di poter riuscire a sfruttare tutte le opportunità che Just Eat offrirà loro.
L’invito dell’azienda in questione è quello di guadagnare in idee ingegnose in grado, poi, di essere implementate dalle imprese che le hanno proposte. In cambio, Just Eat metterà a disposizione l’accesso a canali d’investimento, un supporto nello sviluppo dell’attività e l’esperienza di una realtà ormai affermata come la propria. Per poter partecipare, basta compilare un form online sul sito dell’azienda; si potrà accedere al programma anche nei giorni della Food Tech week (14-21 ottobre), nel corso della quale verrà scelta almeno una delle imprese vincitrici. I pitch di apertura saranno il tre e il quattro novembre. Di seguito, tutto ciò che c’è da sapere per potersi preparare al meglio e partecipare.
La call to action implementata dall’azienda danese si riferisce a start-up che hanno in mente, o hanno già provato a sviluppare, delle idee innovative nel settore del cibo a domicilio. Just Eat capitalizzerà circa 20 mila sterline per ognuna delle imprese che vinceranno, percependone poi il 5%. Il programma di accelerazione durerà dieci settimane, alla fine delle quali le imprese nascenti incontreranno angel investors e VC attraverso cui ambire a investimenti supplementari. Alla fine di questo periodo di incontri, le start-up approderanno a un secondo step.
In fondo alla call, Just Eat raccontai propri primi passi di impresa nascente, spiegando nei dettagli quali sacrifici abbia comportato lo sviluppo di un marchio ormai affermato e cosa è cambiato negli anni: dall’apertura della sede centrale a Londra all’espansione, poi, in ben altri tredici Paesi tra cui l’Italia a febbraio 2016, in cui ha acquistato, per 51 milioni di euro, la start-up bolognese Pizzabo da Rocket Internet, che l’aveva rilevata solamente qualche mese prima. Insomma, l’altro obiettivo che si pone Just Eat è quello di mostrare le gioie e i dolori di un’impresa all’inizio del suo percorso.
L’azienda danese crede anche nel fatto che si possano sviluppare progetti non solo innovativi, ma ugualmente sostenibili in campo alimentare. Inoltre, in fondo al bando è scritto che il personale di Just Eat è interessato ed entusiasmato dalle capacità e competenze apportate da chi si sta affacciando adesso nel settore del food delivery.
Buone nuove all’orizzonte, quindi, per i futuri imprenditori di successo che vogliono scommettere il proprio talento nel settore alimentare. In una nazione come quella italiana, dove la disoccupazione giovanile è quasi ai limiti storic, queste opportunità sono assolutamente imperdibili: perché non provare a coglierle al volo?
Anastasia Gambera
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