Ci sono luoghi, nel mondo, in cui sembra che la natura si sia fermata per far sì che l’uomo, al suo passaggio, continui a ricordare quanto successo in passato. Si cerca di ravvivarne i siti (in qualche modo), di renderli maggiormente attraenti ai turisti più coraggiosi, ma l’obiettivo è quello, di volta in volta, di riportare alla luce una verità alquanto triste e impressionante. Questo è il caso di Chernobyl, sede del più grande disastro nucleare del mondo verificatosi nel 1986. Già dal 2011 il governo ucraino ha deciso di aprire la zona alle visite di chi voglia vedere – per un totale di 21 percorsi –, coi propri occhi, cosa resta della cosiddetta “città fantasma”, e di recente, si è deciso di aprire al turismo anche la sala del reattore 4, quella da cui ebbe inizio l’apocalisse.
Come riporta La Stampa, in questa parte della centrale nucleare il tasso di radiazioni è ancora particolarmente elevato, ma grazie alle misure adottate (e che si dovranno seguire alla lettera se si vogliono evitare drammatiche complicazioni), sarà possibile visitare tranquillamente il sito. Tute mimetiche, elmetti, e maschere, oltre al divieto di appoggiare a terra qualsiasi effetto personale, sono le protezioni che il governo ucraino obbliga ai visitatori di indossare e osservare, poiché l’obiettivo è proprio quello – come dichiarato dal presidente dell’Ucraina – di restituire al mondo, seppur metaforicamente, Chernobyl, e far sì che non resti solamente un territorio triste e angoscioso. Alla fine dell’itinerario, sarà necessario sottoporsi a un test dell’esposizione, che verifichi se si hanno incamerato, eventualmente, radiazioni – che, nel caso di Chernobyl, sarebbero piuttosto pericolose.
Alcune parti della centrale restano, attualmente, chiuse al pubblico, ma si sta costruendo una sorta di sarcofago che andrà a contenere proprio il reattore 4, così facendo che le stesse aree, al momento, off-limits, potranno esser rese agibili. Chi decide di venire in posti come Chernobyl – o, magari, Auschwitz –, sa perfettamente di non stare compiendo un viaggio “piacevole”, ma resta indubbio che, molto spesso, sono viaggi così a regalare un bagaglio emozionale mille volte superiore a quello delle mete panoramiche per eccellenza. Cosa scegliere è discrezionale, ma chi ambisce a conoscere una determinata parte di storia, forse potrebbe prediligerle alla Tour Eiffel o al Vaticano – per modo di dire.
Anastasia Gambera
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