Quando la situazione economica di famiglie e imprese si complica, il sistema del credito tradizionale smette di erogare prestiti. La mancanza di lavoro, le frequenti sofferenze bancarie e lo stanziamento di prestiti con il contagocce alimentano sempre più il bisogno di attingere alle forme diverse di finanziamento. Nonostante le difficoltà economiche che il nostro Paese sta attraversando, c’è ancora un settore che continua a concedere prestiti, elargendoli maggiormente a soggetti privi di quelle garanzie reddituali e patrimoniali solitamente richieste. Si parla del microcredito: un sistema di prestiti senza garanzie con l’obiettivo di concedere sovvenzioni a chi non rientra nelle griglie valutative di banche e società finanziarie, pur essendo in grado di restituire l’importo dovuto. questo strumento s’ispira all’esperienza del premio Nobel Muhammad Yunus e della sua “banca dei poveri”, la Grameen Bank, il Che in 37 anni ha elargito 13,5 miliardi di Dollari con tassi di restituzione pari al 97%.
In Italia questo sistema ha avuto una considerevole impennata nel corso degli ultimi tre anni. L’Ente Nazionale per il Microcredito descrive una crescita di prestiti erogati pari al 102% da solista nel 2011: «Non c’è dubbio che i prestiti senza garanzie siano cresciuti maggiormente nel 2012. Inoltre sono in arrivo nuove risorse dal “Fondo Sociale Europeo” e dai programmi di sviluppo della Commissione UE » dichiara Giampietro Pizzo, presidente della Rete Italiana di Microfinanza.Tra circa 180 Programmi operativi, trovano spazio alcuni progetti finalizzati all’avvio di piccole attività ed altri, appositi per le famiglie, dedicati a spese finanziarie, sanitarie, casalinghe o formative. Il massimo importo concedibile è di 25 mila euro per le imprese e di 10 mila per le famiglie. Il tasso d’interesse dei prestiti è inferiore al 4% e la loro durata varia tra i tre e i cinque anni.
Nel nostro Paese prevalgono due modelli di microcredito: Il più diffuso è quello che prevede un accordo tra la banca erogatrice ed un ente pubblico; mentre nell’altro caso si tratta di un’associazione che mette a disposizione un fondo di Garanzia come copertura del rischio del credito. Benché siano passati quasi tre anni dall’entrata in vigore della norma (Decreto legislativo n.141 del 2010), per essere completamente in regola ai microcrediti mancano ancora i decreti attuativi e l’istituzione dell’Albo dei soggetti finanziatori. Mario Baccini, presidente dell’Ente Nazionale per il Microcredito, propone: «Lo possiamo costituire noi a costo zero in accordo con la Banca d’Italia», inoltre ha appena annunciato un investimento di 900 mila euro per sostenere i nuovi progetti. Il microcredito sarà una nuova soluzione per uscire dalla crisi?
Monica Ardizzone
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