In qualsiasi discorso, il presidente cinese Xi sottolinea sempre lo stesso aspetto: la Cina vuole essere amica dell’Occidente. Ma le parole del presidente sono sincere? Quante volte la Cina ha dimostrato di essere sempre più distante dal mondo occidentale?
Xi Jinping non è al comando della Cina per caso. L’attuale presidente cinese è stato artefice di un’impresa che supera la fama di Mao, capace di riunire, dalla sua parte, quasi tutto il consenso del Partito Comunista Cinese e la totale approvazione del popolo. Ricopre oggi quasi tutti i ruoli più rilevanti del governo; o meglio, l’unico che gli manca è quello di Primo Ministro, ricoperto, in questo momento, da Li Kequiang.
Nel mentre che Xi prendeva il controllo e il potere su tutte le regioni cinesi, in Europa e in America qualcuno iniziava a storcere il naso. Così, nei summit tra i Paesi più importanti, è stato chiesto quale fosse l’interesse della Cina. Puntualmente, a ogni discorso, la risposta di Xi era: la Cina vuole essere amica dell’Occidente. Una premessa che venne fatta anche dai suoi predecessori, ma raramente rispettata.
La Cina, mentre l’Europa e l’America sono, all’interno, danneggiate, e hanno bisogno di curarsi, continua la sua espansione politica ed economica, ma anche militare. Hong Kong continua ad essere una terra sempre con minore libertà, e anche l’Australia è colpita duramente dalla Cina, attraverso un aumento sui dazi per l’esportazione di merci nel continente asiatico. Solo qualche giorno fa la Cina ha risposto alle accuse dell’America, e alla chiusura di un consolato cinese sul territorio americano, con un altro consolato chiuso ma a stelle e strisce.
Mentre Mike Pompeo e Trump invitano il popolo cinese a ribellarsi contro Xi e il Partito Comunista Cinese, Xi manda avanti la sua propaganda. Il recente arresto di un docente che si è opposto alle richieste del suo presidente è solo uno di tanti esempi.
In più di un’occasione la BBC ha invitato l’ambasciatore cinese a Londra, intervistandolo sulle prigioni dello Xinjiang. E l’ambasciatore, quando non poteva ignorare la domanda, rispondeva in maniera troppo vaga: “Spostano i prigionieri di continuo”, o “La regione è un posto stupendo, il più bello di tutta la Cina”. Eppure il mondo non è all’oscuro della presenza di musulmani e filo-musulmani imprigionati in questi campi di rieducazione. Perché non sono delle vere e proprie prigioni. Così vengono chiamati dal Guardian, dalla BBC, ma anche dalle organizzazioni non-profit per la tutela dei diritti umani, come Amnesty.
Trump sta infatti sfruttando i difetti della politica cinese e le pesanti prove che la rendono una dittatura per riprendere approvazione dagli elettori. Vuole essere rieletto come colui che potrà tenere testa al “Dragone Rosso Cinese”. Ma quanto sarà davvero possibile, tutto ciò, per l’America? La Cina è, comunque, un Paese la cui mancanza di turismo può arrivare a togliere, all’Europa, fino a 10 milioni di guadagno solo per una mancata estate di vacanze.
Il conflitto USA versus Russia è ormai il passato, il presente è, invece, USA e Cina. Due Paesi ricchi e potenti, ma che allo stesso tempo stanno affrontando grandi crisi interne ed esterne. Da un lato l’America, che porta dentro di se ferite lancinanti causate dalle migliaia di contagiati in ogni nazione; ma anche dal caos delle proteste del movimento Black Lives Matter, rappresentato da persone insoddisfatte. Insoddisfatte soprattutto dalla scarsa capacità di Trump di gestire la situazione, spesso decidendo di affrontarla inviando solo forze dell’ordine in più.
Dall’altro la Cina, il Paese che si è posto, da solo, l’obiettivo di superare l’America in quanto potenza militare, economica e politica. Anche il socialismo del Partito Comunista Cinese ha le sue ferite ampie, eppure, i numeri della pandemia da Coronavirus riportano, ancora oggi, molti punti interrogativi. Tutti sono coscienti dei danni che la Cina ha subito, ma anche di quelli che subiranno gli altri Paesi.
Solo una cosa è chiara a tutti: hanno sbagliato. Dall’America all’Europa, fino a coinvolgere anche Australia e Giappone, tutti hanno sbagliato a ignorare la Cina per così tanto tempo. E stanno sbagliando ancora oggi, dando la possibilità a Xi di muoversi con troppa libertà. Presto o tardi, quindi, potremmo divenire gli spettatori di una guerra fredda quasi eterna.
Davide Zaino Pasqualone
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