SIRIA – È ancora guerra in Siria ma stavolta a sferrare l’attacco è stato il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America, il magnate Donald Trump. All’indomani della tragedia di Khan Sheikhoun, piccola città della Siria occupata dai ribelli contro la quale il regime di Bashar Al Assad, secondo quanto sospettato dagli States, pochi giorni fa ha lanciato un attacco chimico, l’America risponde decisa e unilateralmente: «Ho ordinato un raid mirato».
«Gli Stati Uniti devono prevenire la diffusione e l’uso delle armi chimiche» è quanto affermato dalla Casa Bianca per giustificare la decisione rapida di sferrare l’attacco contro la base di Shayrat da dove si sospetta sia stato lanciato l’attacco chimico e lo stesso Presidente americano ha poi invitato tutti gli alleati «a unirsi a noi nel tentativo di porre fine al massacro in Siria e al terrorismo di tutti i tipi», definendo assolutamente barbaro l’attacco di Assad contro i civili. Secondo UNICEF, inoltre, le vittime principali del bombardamento chimico del regime di Damasco sono stati i bambini: 27 sono stati uccisi, 546 persone fra le quali molti bambini sono rimaste ferite.
Dura replica del Cremlino: «Si è trattato di un atto di aggressione da parte degli Stati Uniti contro uno Stato sovrano che viola la legge internazionale»: questo significa che i rapporti bilaterali di cooperazione internazionale tra USA e Russia, soprattutto nell’ambito della lotta al terrorismo, verranno forse interrotti, anche perché secondo il portavoce di Putin l’attacco USA alla Siria è stato sferrato sulla base di un «pretesto inventato». Intanto, il Consiglio di Sicurezza ha già preso atto con grande rammarico che le relazioni USA-Russia sono state davvero danneggiate a causa del raid.
Ester Sbona
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