PALERMO – Il governo americano ha donato un milione e 200 mila dollari alla famiglia di Giovanni Lo Porto, il cooperante rimasto ucciso nel 2015 durante un raid americano al confine tra Pakistan e Afghanistan. Giovanni era un blogger e operatore umanitario italiano che, nel gennaio 2012, veniva rapito da miliziani mentre lavorava presso la ONG tedesca a nella città pakistana di Multan, insieme a un collega tedesco, Bernd Muehlenbeck, che poi fu liberato in Afghanistan. Invece, Lo Porto è stato accidentalmente ucciso da un drone statunitense.
Come riportato dall’agenzia Ansa, il fratello Daniele Lo Porto, ha detto: «Ci è stata offerta una cifra di 1,2 milioni di dollari. A luglio i nostri legali hanno incontrato a Roma un rappresentante del governo americano e ci hanno proposto questa somma, che abbiamo accettato. Obama ha mantenuto l’impegno assunto pubblicamente quando è stata resa nota la notizia della morte di mio fratello». Aggiungendo: «Oltre il danno anche la beffa, ci è stata proposta una donazione non un risarcimento, così su quella somma abbiamo pagato pure le tasse allo Stato italiano».
La famiglia del cooperante ucciso, vive a Palermo nel quartiere di Brancaccio, delusi per la vicenda continua a chiedere informazioni più chiare su come siano andate le cose. Dalla Casa Bianca hanno sempre detto: «che in una operazione antiterrorismo lanciata dal governo Usa sono rimasti uccisi due ostaggi innocenti: il Dr. Warren Weinstein, un americano tenuto in ostaggio da Al Qaida dal 2011 e Giovanni Lo Porto, un cittadino italiano ostaggio di Al Qaida».
Marcello Strano
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