In tutto il mondo 1 milione di casi. La “Coronavirus Map” del New York Times segna un numero sempre più vicino al milione. Si parla, dunque, di casi confermati e dichiarati. E l’Italia resta il primo paese con più decessi.
Giornalisti e mass media sono impegnati nel tenere aggiornati i cittadini. Delle volte ci si dimentica di sottolineare non solo i danni che il virus, il Covid-19, fa all’Italia, ma anche nel resto del mondo.
Oltre 50 stati, quasi 1 milione di contagi dichiarati, più di 50 migliaia di morti e per fortuna più di 200.000 mila guariti. Questi sono i numeri resi pubblici dal New York Times, aggiornati giorno dopo giorno. Una situazione che, se paragonata a due mesi fa, non avrebbe spaventato nessuno. Invece, il virus si disperde sempre di più, ora a morire sono anche giovani, bambini e adulti. Quella che all’inizio sembrava una frase per rassicurare le ultime generazioni, non serve più: bisogna restare a casa.
Pur ammettendo che ci sono ancora italiani che non rispettano le indicazioni di Conte (non a caso le sanzioni sono aumentate fino a 3000 euro), l’Italia non sarà prima per sempre.
Paesi con la sanità privata, quali per esempio gli Stati Uniti, si trovano in grande difficoltà. I cittadini, infatti, hanno dovuto affrontare il dubbio se il virus rientrasse nella propria assicurazione. Allo stesso tempo, fino a un mese fa i costi dei tamponi erano altissimi e oggi, molti preferiscono auto-isolarsi per evitare problemi. Ma non tutti: qualcuno esce ancora e, non a caso, i casi aumentano.
L’Ungheria consegna ogni forma di potere a una sola persona, rischiando di creare una dittatura. In Brasile il governo sta facendo il possibile per nascondere il virus alla popolazione, sottovalutando il problema e mettendo molti in pericolo.
Oggi sono solo due i paesi con più di cento mila casi, ovvero USA e Italia, tuttavia gli altri paesi europei peggiorano, come per esempio Spagna, Germania, Francia e Inghilterra che aumentano con una frequenza preoccupante. L’Italia, di questo passo, non sarà l’unico paese europeo a doversi bloccare in tutto.
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