I leader dell’UE che stanno negoziando i posti di vertice del blocco hanno trovato un accordo. In base a esso, si prevede la nomina di Ursula Von der Leyen per un secondo mandato come presidente della Commissione europea; Antonio Costa, ex primo ministro portoghese, come prossimo presidente del Consiglio europeo; Kaja Kallas, premier estone, come l’Alta rappresentante dell’Unione europea.
Raffaele Fitto, ministro per gli Affari Europei, ieri ha partecipato ai lavori del Consiglio Affari generali di Lussemburgo, l’ultimo della presidenza belga del Consiglio dell’Unione europea. Lo stesso Fitto ha affermato che: “Il prossimo vertice dei capi di Stato e di governo sarà un’occasione molto importante per discutere dei nuovi assetti istituzionali dell’Unione europea. L‘Italia intende esercitare in questa discussione un ruolo di primo piano, adeguato al suo status di Paese fondatore“.
“Abbiamo discusso soprattutto della preparazione del prossimo Consiglio europeo del 27 e 28 giugno – ha inoltre spiegato. Quello delle nomine non è l’unico tema rilevante dell’agenda del Consiglio europeo. Per noi è molto importante che dal vertice esca un messaggio chiaro su temi per noi cruciali come la competitività dell’economia europea, la difesa, la migrazione e l’Agenda strategica oltre, ovviamente, ai temi di politica estera come l’Ucraina ed il Medio Oriente, sui quali si sono registrati molti progressi grazie al recente vertice del G7, presieduto dal presidente Giorgia Meloni“.
Nei giorni scorsi anche la premier si era espressa sull’argomento: “Tutti sanno che ruolo spetterà all’Italia: un ruolo di massimo rango che intendo rivendicare“, ha affermato Giorgia Meloni.
Se il ministro Fitto ottenesse un posto a Bruxelles come super commissario alla Coesione e al Recovery plan, secondo le fonti di Adnkronos l’ipotesi di un rimpasto di governo sarebbe da escludere, nonostante tra Camera, Senato e Palazzo Chigi giri voce di uno “spacchettamento” con il ministero di Fitto diviso in due dicasteri. Fonti vicine alla premier assicurano che ciò non accadrà, perché “squadra che vince non si cambia“.
Per la Meloni, infatti, privarsi di Fitto sarebbe una grande perdita, data la fiducia che ripone in lui – evidente dalle deleghe a lui assegnate, a partire dai 194, 4 miliardi del Pnrr -. Tuttavia, sembra che la premier non voglia assegnare il super dicastero ad altri, bensì a ripartire le deleghe gestite da Fitto, puntando sui due sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari a Palazzo Chigi e creando un sottosegretario ad hoc agli Affari europei.
Ma Giorgia Meloni potrà fare a meno di Fitto senza rimpastare il governo? Secondo le stesse fonti di Adnkronos, sì. “Non solo perché il Pnrr italiano ormai è ben avviato, ma soprattutto perché, se tutto andrà come deve a Bruxelles, su Pnrr e coesione in futuro da Roma dovremo interfacciarci con Raffaele. Sarà lui il nostro referente, dunque avremo la vita più facile di quanto l’abbia avuta lo stesso Fitto in questo anno e mezzo”.
Fonte foto in evidenza: Adnkronos
Valentina Contarino
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