Il Parlamento svizzero era stato uno degli ultimi in Europa occidentale ad approvare il matrimonio per le persone dello stesso sesso, il 18 dicembre 2020. L’Udf, partito conservatore, aveva chiesto un referendum, che si è tenuto il 26 settembre 2021: le coppie omosessuali potranno sposarsi. Restano soltanto Grecia, Liechtenstein e Italia a non consentirlo in Europa occidentale.
Nel dicembre 2020, il Parlamento elvetico aveva approvato la legge che consentiva il matrimonio egualitario per le coppie omosessuali, dopo un iter legislativo durato sette anni. Infatti, il progetto Matrimonio per tutti era stato avviato nel 2013. Fino a quel momento, le coppie omosessuali potevano stringere unioni registrate e accedere alla procedura dell’adozione del figlio del proprio partner (già consentita dal 2018) con notevoli difficoltà burocratiche. Grazie alla nuova legge, inoltre, le coppie di donne hanno potuto avere accesso alla banca del seme. Quando la Svizzera aveva introdotto queste unioni registrate nel 2007, cinque nazioni europee (Spagna, Norvegia, Islanda, Svezia e Paesi Bassi) consentivano già, oltre all’unione civile, anche l’adozione, la procreazione assistita e il riconoscimento di entrambi i genitori dello stesso sesso al momento della nascita. Tali carenze hanno comportato l’intervento dell’organo internazionale del Consiglio dei diritti umani; questo, ha evidenziato anche la presenza di leggi discriminatorie. In questi ultimi anni, infatti, la Svizzera era scesa al 27° posto nella classifica ILGA-Europe sulla parità dei diritti per le persone LGBT.
I conservatori avevano richiesto ed ottenuto un referendum sulla legge approvata dal Parlamento, che si è tenuto il 26 settembre 2021. A seguito della consultazione referendaria, la popolazione si è espressa confermando la modifica del codice civile voluta dal Parlamento l’anno scorso: si è rilevata un’affluenza consistente del 51,92% (elevata soprattutto nelle città), e il 64,1% di voti positivi. Ciò che emerge dall’analisi dei dati è che la maggioranza della popolazione sia favorevole all’equiparazione delle coppie: il sì ha prevalso in tutti i cantoni. Con l’approvazione del testo, dunque, le coppie gay che abbiano già optato per un’unione registrata potranno convertirla in matrimonio, sarà possibile l‘adozione dei figli, e le donne potranno accedere alla banca dello sperma; rimarranno invece vietate le donazioni anonime di sperma, ovuli e la maternità surrogata (il c.d. utero in affitto). In merito all’esito, si è espressa la copresidente del comitato per il sì al Matrimonio per tutti, Maria von Känel; ha definito il traguardo «Un’importante pietra militare della storia dei diritti in Svizzera».
La vicenda porta a riflettere sulla situazione italiana visto che, nel blocco occidentale, rimangono soltanto Italia, Grecia e Liechtenstein a non consentire il matrimonio egualitario. Da tempo l’Istituto di ricerca Eurispes conduce indagini allo scopo di rilevare nel tempo i cambiamenti di opinione degli italiani sui temi etici. Dunque, sul tema, è stata fatta (ed è in corso) una rilevazione a più riprese, su un campione di cittadini dai diciotto anni in su, mettendo a confronto risultati anche cronologicamente distanti: i sondaggi del luglio 2020 rilevano che in Italia il 59,5% delle italiane e degli italiani siano favorevoli al matrimonio egualitario e alle tutele parentali discendenti. Sicuramente si tratta di dati con cui il legislatore dovrà confrontarsi in futuro.
Stefania Piva
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È nata e vive a Milano. È Avvocato, laureata in giurisprudenza all’Università Statale di Milano, ha svolto la pratica forense presso l’Avvocatura dello Stato di Brescia, e si è specializzata presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell’Università Statale di Milano. Da sempre appassionata di politica e giornalismo, ha scritto in precedenza per il giornale locale ABC Milano.