Youtuber, influencer su Instagram e video con Tik Tok. Oggi giorno ci sono tanti modi per ottenere visibilità e un fenomeno sociale, come successo a Marta Basso.
Lei, però, ha trovato un modo diverso per costruirsi una posizione sociale, sfruttando un altro social, ovvero LinkedIn: «È successo tutto il 3 febbraio 2018, quando pubblicai un video che mi ha interamente cambiato la vita e che è diventato anche un libro di successo».
All’interno dello scritto, infatti, Marta approfondisce l’attuale situazione economico-finanziaria: «Insieme ad Alessandro Sandionigi ho fondato un’azienda (Generation Warriors) che si occupa di formazione intergenerazionale e di comunicazione interna ed esterna per le aziende. Oggi, le nuove imprese vengono viste come dei nemici e i nuovi arrivati come dei rivali. Questo è il vero problema».
Infatti, nel corso della sua vita Marta ha avuto l’opportunità di vedere anche altre realtà del pianeta. Ha avuto esperienze in Sud America, a San Francisco e in Europa. Nel vecchio continente, a Londra, ha dato vita a un club di wine tasting e a una startup sulla mobilità. Poi, la svolta.
«In Inghilterra le cose andavano bene e ho avuto richieste anche in Italia. Mi sono detta “perché non tornare?”. Ma nel nostro Paese le cose erano diverse, non ho avuto grande seguito. Tuttavia, vinsi un concorso in Adecco e la mia manager mi convinse a usare LinkedIn. Sulla piattaforma ho deciso di pubblicare un video in cui esprimevo i miei pensieri e ciò che pensavo sulla realtà italiana».
Una serie di riflessioni che nascono nel 2017, quando Marta comincia a scrivere la sua pubblicazione basandosi sul confronto con altri colleghi per «creare un ponte tra le realtà imprenditoriali e quelle nuove. L’obiettivo finale è quello di trovare una metodologia vincente, che ha dato vita al libro “La duplice alleanza”».
Dare una risposta concreata e immediata non è certamene cosa facile. Il riassunto è semplice, ma forse non troppo scontato: «La soluzione è il dialogo – commenta -. La gente deve cominciare a parlarsi senza pregiudizi. Bisogna usare gli strumenti giusti per ridurre la frizione, anche tra realtà diverse. Vedere tutti come dei competitor e avere l’obiettivo di “annientare il nemico” non è funzionale. La soluzione non è quella chiudersi nelle proprie idee e convinzioni. Lo vediamo in questo momento di emergenza che l’innovazione può portare a qualcosa»
«Fare innovazione è una cosa del quotidiano», conclude Marta.
Foto di Gerd Altmann da Pixabay
Andrea Lo Giudice
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Sin da piccolo con la passione dello sport e con un occhio incantato e innamorato per il calcio. Il fisico e la tecnica non hanno garantito un grande successo sportivo e i videogiochi hanno “rovinato” la mia esistenza facendo nascere la vena e passione giornalistica. Da lì, anni a sognare e a lottare per raggiungere un obiettivo, raggiunto solo in parte. Ma, mai fermarsi. Tante le esperienze: televisive, radiofoniche e web. Non si sa mai dove si arriverà, ma bisogna sempre crederci. Capendo che il giornalismo non è solo ciò che piace e che, a volte, si possono trovare anche altri argomenti e stimoli interessanti.
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