Firmato l’accordo sul nucleare iraniano: dopo due anni di negoziati il gruppo dei 5+1 (Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania) riunito a Vienna ha raggiunto lo storico accordo con il governo di Teheran che cambierà per sempre le relazioni internazionali. Si tratta di «un accordo a lungo termine che impedirà a Teheran di ottenere l’arma nucleare», ha così esultato il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, il quale in occasione della conferenza stampa sul nucleare iraniano ha aggiunto che, nonostante l’accordo, permangono: «le differenze con l’Iran. L’intesa, infatti, non risolve tutte le minacce».
Intanto, Israele prende le distanze dal plauso della comunità internazionale e condanna l’accordo. «È un errore storico, una resa dell’Occidente all’Asse del Male», tuona il premier Benjamin Netanyahu. D’altra parte, un accordo che rafforzi un paese come l’Iran, il cui governo da tempo non riconosce lo Stato di Israele, rinnega l’esistenza dell’olocausto ed è pronto a bombardare Tel Aviv, chiaramente non può rassicurare Israele e il suo popolo. Obama, dal canto proprio, cerca di tranquillizzare il premier israeliano sostenendo che grazie a questo accordo le minacce contro Israele «diminuiscono» perché l’Iran non avrà più la bomba nucleare.
A proposito dell’accordo, inoltre, il Presidente degli States si è dichiarato alquanto sorpreso per «il ruolo giocato dalla Russia per il raggiungimento di una pietra miliare come l’intesa con l’Iran». Infatti, nonostante le divergenze su varie questioni di politica estera (si pensi all’Ucraina), i due presidenti si sono trovati d’accordo sull’Iran e Putin è riuscito a sorprendere il governo americano: «Non avremmo raggiunto questa intesa se non fosse stato per la volontà della Russia di rimanere con noi e con gli altri partner del 5+1, nell’insistere per un accordo solido», conclude Obama.
Ester Sbona
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