Mimmo Lucano è l’ex Sindaco di Riace, città che per anni ha dato il nome al famoso “modello” con cui il suo primo cittadino ha ripopolato un centro che stava per diventare fantasma. Per Lucano, dunque, dopo lo sbarco di 200 migranti provenienti dal Kurdistan a Riace Marina nel 1998, è stato tutto un crescendo fino al giorno della sentenza. Opinione pubblica e politica si dividono su una condanna che arriva, comunque, pochi giorni prima delle Amministrative.
Premesso questo, è opportuno soffermarsi su qualche specificazione tecnica necessaria per capire il perché di questa pena severa. Si tratta di calcoli e valutazioni fatti dai magistrati che sono stati chiamati a giudicare il sign. Lucano. Infatti, dietro la condanna esemplare pesa l’accusa dell’associazione per delinquere finalizzata a “commettere un numero indeterminato di delitti”, quali il falso in atto pubblico e in certificato, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, abuso d’ufficio e peculato.
Il collegio giudicante considera tutti questi reati come “esecutivi di un medesimo disegno criminoso” e, in questi casi, per calcolare la pena si prende la pena base (quella inflitta per il reato più grave) e la si aumenta fino al triplo. Si badi bene, “fino al triplo”. Nessun dovere, quindi, di farlo. Per questo, non era scontato che i Signori della Corte optassero per un calcolo di pena che venisse compiuto raddoppiando quella minima prevista per il reato più grave (pena base). Proprio l’adozione della linea più dura, forse, ha suscitato tanto scalpore.
In ogni caso, per capire meglio: essendo quelli sopra elencati delitti finalizzati a compiere il medesimo disegno criminoso, i giudici hanno individuato due gruppi di reati. Il primo, in cui il reato più grave è il peculato (punito con la reclusione che va da quattro a dieci anni) e il secondo, in cui il reato più grave è l’abuso d’ufficio (punito con la reclusione da uno a quattro anni).
Dunque, per il primo gruppo di reati, in cui il più grave è il peculato, si è individuata la pena base (quattro anni) e la si è aumentata più del doppio, portandola fino a dieci anni e quattro mesi. Ecco che quindi la parte più cospicua della punizione per Mimmo Lucano è dovuta al primo e più grave gruppo di reati, in cui a pesare di più è il reato di peculato che ammonta a 800mila euro. Già, perché nel capo d’imputazione si legge che l’ex sindaco e altri imputati si sono “appropriati in modo sistematico” di “ingenti fondi pubblici destinati alla gestione dell’accoglienza dei rifugiati”. L’episodio più importante alla base della condanna consiste nell’utilizzo di 251.842,78 euro (per iniziare) per “acquisto, arredo e ristrutturazione di tre case e un frantoio non rendicontati nei summenzionati progetti e utilizzati per finalità privatistiche”
Tuttavia, a questo numero va aggiunta una pena di altri due anni e dieci mesi irrogata per il secondo gruppo di reati, il quale comprende tre diverse condotte di abuso d’ufficio e il falso in certificato. Quest’ultimo reato gli sarebbe stato contestato per avere rilasciato una carta d’identità ad una cittadina nigeriana, secondo Il Fatto, e per avere certificato lo stato civile di nubile alla sua compagna, nonostante sapesse essere coniugata, secondo Open.online.
Come anticipato, in questo secondo gruppo di reati quello più grave è l’abuso d’ufficio (punito con la reclusione da uno a quattro anni). Per questa seconda categoria di illeciti la pena base per il reato più grave è stata raddoppiata, dando origine al totale della pena di 13 anni e due mesi.
In più c’è un altro fattore. Si tratta della riqualificazione – termine giuridico che indica la scelta del giudice di modificare il capo di imputazione ascritto in precedenza in capo all’imputato – di uno degli abusi d’ufficio in truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Infine, c’è da segnalare che né a Lucano né agli altri 26 imputati sono state concesse le attenuanti generiche, visto che neanche avrebbero potuto essere motivate con l’assenza di precedenti penali.
Quindi, Lucano non è stato condannato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’accusa mossa per l’organizzazione di “matrimoni di comodo tra cittadini riacesi e donne straniere al fine di favorire illecitamente la permanenza di queste ultime nel territorio italiano”, è stata ritirata dai PM ancor prima di arrivare a sentenza. In ogni caso Lucano, dei 16 capi d’imputazione a lui contestati è stato assolto per cinque, condannato per dieci (in parte alleggeriti di diversi fatti, per cui è stato pure assolto) e prescritto per uno.
Dunque, la gravità della condanna è dovuta all’uso privato di una quantità ingente di denaro pubblico. Non a caso l’associazione a delinquere era finalizzata a commettere “un numero indeterminato di delitti contro la P.A, la fede pubblica e il patrimonio” e “soddisfare gli indebiti e illeciti interessi patrimoniali delle associazioni e cooperative” create e controllate da Lucano e dai suoi amici e via di seguito. Nell’attesa di leggere le motivazioni della decisione, che arriveranno tra novanta e lunghissimi giorni, non ci si può che basare sulla matematica che, anche nella giustizia, non è un’opinione.
Maria Giulia Vancheri
Fonte immagine: Wikipedia, Secretaría de Cultura de la Nación
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Maria Giulia, che in una parola si definisce logorroica, è una studentessa 24enne di giurisprudenza, a Catania. Dopo anni passati sui libri ha pensato bene di iniziare a scrivere per non infastidire più chi non volesse ascoltare le tante cose che aveva da dire. Riconosce di essere fashion… ma non addicted. Ama il mare e anche durante la sessione estiva non rinuncia alla sua nuotata giornaliera, che le rinfresca il corpo e i pensieri.
Crede fermamente che chi semina amore, raccolga felicità