Dopo tre anni di indagini della procura di Milano emerge un «sistematico condizionamento delle procedure» per l’assegnazione dei posti in Università. Gli accertamenti hanno rivelato che le procedure «si svolgevano senza il rispetto di criteri meritocratici, bensì volti a favorire specifici candidati attraverso una preventiva profilazione dei bandi di concorso sul prescelto da favorire». Indagato anche il prof. Galli, ordinario di malattie infettive all’Università degli Studi di Milano.
L’indagine della procura di Milano è stata chiamata Laurus (dal “lauro”, per le foglie della pianta che simboleggia la corona per i laureati), ed è partita nel marzo 2018 a seguito di una segnalazione di irregolarità nella gestione delle iscrizioni a numero chiuso alle facoltà di Medicina e Odontoiatria dell’Università degli Studi di Milano. Gli inquirenti hanno rilevato diversi episodi di sospetto condizionamento delle assunzioni pubbliche di professori ordinari e associati (compresi assistenti e dirigenti ospedalieri). Precisamente, a seguito di tre anni di indagini, è emerso un sistematico condizionamento delle procedure per l’assegnazione delle cattedre, con il coinvolgimento di alcuni professori delle Università di Pavia, Torino, Roma e Palermo nelle commissioni giudicatrici. Gli accertamenti hanno infatti rivelato che le procedure si sarebbero svolte secondo criteri tutt’altro che meritocratici: lo scopo era invece favorire determinati candidati tramite «una preventiva profilazione dei bandi di concorso sul prescelto da favorire», grazie anche alla scelta di «compiacenti membri delle commissioni concorsuali». A fronte di tutto ciò, i reati che la procura ha contestato agli indagati sono quelli di associazione per delinquere, corruzione, abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti, falsità materiale commessa da Pubblico Ufficiale.
Fra i trentatré soggetti indagati spiccano i nomi dell’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, nonché professore ordinario di malattie infettive all’Università degli Studi di Milano, Massimo Galli, del professore ordinario de La Sapienza di Roma, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e primario al policlinico di Tor Vergata, Massimo Andreoni, e del professore ordinario di Medicina e chirurgia Riccardo Ghidoni, che ieri mattina sono stati raggiunti dagli avvisi di garanzia. Galli, come professore della Statale di Milano, secondo l’accusa avrebbe «turbato con promesse e collusioni la procedura per assumere a tempo indeterminato quattro dirigenti biologici, per favorire nello specifico due particolari candidate». Andreoni risponde invece di falso in concorso con Galli e altri colleghi, come componente della commissione giudicatrice del concorso bandito nel 2020 per l’assunzione di un docente di seconda fascia all’Università di Torino. Infine, a Ghidoni risulta essere invece stato contestato in particolare un episodio di corruzione: secondo i Pm «riceveva nell’arco di alcuni mesi dall’odontoiatra Roberto Mannarino l’utilità rappresentata dall’esecuzione gratuita di lavori odontoiatrici per un valore di circa diecimila euro», ed inoltre «compiendo atti contrari ai doveri d’ufficio risultava asservito agli interessi personali di Mannarino, relativi alla carriera universitaria dei figli».
Attualmente, i Nas di Milano stanno effettuando delle perquisizioni, perché sarebbero coinvolti anche gli atenei di Pavia, Torino, Roma e Palermo. Inoltre, la procura milanese ha richiesto anche di poter visionare ventinove caselle mail, universitarie e personali, dei professori. Riepilogando, ci sono trentatré indagati, in stato di libertà, di cui ventiquattro docenti universitari, e si sottolinea che l’indagine ad ora ha condotto a quattro richieste di consegna di atti e documenti con eventuale perquisizione in caso di mancata consegna, nove richieste di consegna di atti e documenti, e nove decreti di esibizione di documentazione in originale. Se quanto emerso dalle indagini venisse ritenuto corrispondente al vero in sede processuale, si tratterebbe senza alcun dubbio dell’ennesimo scandalo inficiante il mondo dell’Università.
Stefania Piva
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È nata e vive a Milano. È Avvocato, laureata in giurisprudenza all’Università Statale di Milano, ha svolto la pratica forense presso l’Avvocatura dello Stato di Brescia, e si è specializzata presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell’Università Statale di Milano. Da sempre appassionata di politica e giornalismo, ha scritto in precedenza per il giornale locale ABC Milano.