Dopo l’inaspettato scenario delineatosi a seguito delle elezioni politiche del 4 marzo, l’Italia sembra destinata ad una legislatura caratterizzata da assoluta ingovernabilità. Le percentuali e i seggi ottenuti dai partiti non permettono di creare maggioranze sulla base dell’appartenenza ad un colore politico e, al contempo, non è chiaro chi sarà la personalità incaricata da Sergio Mattarella per verificare l’agibilità per un determinato esecutivo. Bisognerà quindi capire se il mandato esplorativo per la formazione del governo verrà affidato a Luigi Di Maio (leader del primo partito in Parlamento) o a Matteo Salvini (leader della coalizione che complessivamente ha ottenuto la maggioranza relativa dei seggi). Il Partito Democratico, inoltre, sembra manifestare la volontà di rimanere all’opposizione, nonostante una prima fase di incertezza durante la quale alcuni esponenti dem auspicavano un’alleanza con il Movimento.
«Faremo tutto il possibile per rispettare il mandato che ci hanno affidato. Mi auguro che tutte le forze politiche abbiano coscienza delle aspettative degli italiani: abbiamo bisogno di un governo al servizio della gente»: ha dichiarato Di Maio sul suo profilo Facebook, candidato premier dei grillini, mostrando un’apertura significativa che lascia intendere le difficoltà del Movimento a trovare un accordo con un partito che garantisca una solida maggioranza. Anche Matteo Salvini, segretario della Lega, ha apparentemente chiuso ogni possibilità ad un’alleanza con i pentastellati, manifestando l’intento di garantire alla coalizione di centrodestra il ruolo di traino del nuovo esecutivo. Ipotesi che al momento appare di difficile realizzazione.
«Noi non abbiamo a cuore le poltrone, abbiamo a cuore che venga fatto ciò che i cittadini attendono da 30 anni e che ci hanno dato il mandato di realizzare con oltre il 32% di consenso. Abbiamo messo al primo posto la qualità della vita dei cittadini che vuol dire eliminazione della povertà (con la misura del Reddito di Cittadinanza che è presente in tutta Europa tranne che in Italia e in Grecia), una manovra fiscale shock per creare lavoro, perché le tasse alle imprese sono le più alte del Continente, e finalmente un welfare alle famiglie ricalcando il modello applicato dalla Francia, che non a caso è la nazione europea dove si fanno più figli, per far ripartire la crescita demografica del nostro Paese»: Luigi Di Maio ritorna a parlare dei temi, i punti centrali che, a suo dire, dovrebbero costituire il fondamento per la formazione di una squadra di governo. Da queste dichiarazioni, sembra evidente che l’alleato naturale sia la Lega, ma sarà disposto il suo segretario a rinunciare alla leadership che sbarrerebbe la strada per palazzo Chigi?
Francesco Laneri
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