Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare: Vladimir Putin questo lo sa bene. Infatti, secondo quanto riporta Repubblica.it, in questa settimana, la più grande flotta russa mai vista dal periodo della Guerra Fredda sta solcando i mari del Nord per raggiungere il Mediterraneo. Le navi che hanno costeggiato la Norvegia entreranno nel Mediterraneo, passando da Gibilterra. A lanciare l’allarme di tale spostamento è stata la NATO, la cui intelligence, peraltro, sta già seguendo i recenti movimenti navali russi. Putin, forte della vittoria della sua Russia Unita alle elezioni, si prepara a sferrare un attacco che potrebbe mettere in ginocchio la Siria: l’obiettivo è eliminare totalmente i ribelli che appestano Aleppo Est. E gli USA intanto osservano, essendo in pieno periodo elettorale. Tra le navi in viaggio si possono annoverare l’incrociatore nucleare Pietro il Grande, delle fregate, navi appoggio e l’unica portaerei russa: l’Ammiraglio Kuznetsov (con aerei bombardieri al seguito).
La situazione ad Aleppo, intanto, si scalda: da luglio la battaglia finale infuoca per le strade. Circa 8000 ribelli (tra cui 800 jihadisti) si annidano in uno dei centri nevralgici della Siria e si oppongono, sparo dopo sparo, alla riconquista della città da parte dell’esercito governativo. In questi mesi, inoltre, gli aerei russi (e quelli del leader siriano, Bashar Assad) hanno bombardato ogni edificio della zona, da ospedali a palazzi, senza fare alcun tipo di distinzione. A detta della NATO «un attacco devastante come quello che potrebbero mettere in atto le forze russe potrebbe garantire ad Assad il controllo totale su Aleppo e permettere a Mosca di dichiarare vittoria per poter, poi, ridurre la presenza militare in Siria». Putin vuole confermare la sua leadership mondiale, dimostrando cosa la Russia è in grado di fare nell’unico momento in cui gli Stati Uniti sono in uno stato di paralisi e non possono agire serenamente: il periodo elettorale.
Francesco Raguni
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