Questa mattina a Oslo, è stato assegnato il premio Nobel per la Pace 2021. A riceverlo due giornalisti: Maria Ressa e Dmitrij Muratov che, secondo il Norwegian Nobel Committee, si sono contraddistinti per “i loro sforzi per salvaguardare la libertà di espressione, che è una precondizione per la democrazia e una pace duratura”.
La prima, cittadina filippina naturalizzata statunitense, è co-fondatrice del sito “Rappler” famoso per le sue inchieste sull’operato del governo filippino del presidente Rodrigo Duterte. Il sito d’informazione “usa la libertà di espressione per esporre l’abuso di potere, l’uso della violenza e il crescente autoritarismo” nelle Filippine.
“Questo premio ci dà la forza per continuare la lotta per la verità. Il governo non sarà contento ma la nostra è una battaglia per la verità. E la verità non esiste senza i giornalisti. La libertà di espressione e di stampa riguarda non solo il futuro delle Filippine, ma le democrazie in tutto il mondo“, il commento della Ressa che, in passato, è stata perseguitata ed arrestata.
Il secondo, invece, è stato uno dei fondatori del quotidiano indipendente russo “Novaja Gazeta“. La testata per la quale scriveva la giornalista Anna Politkovskaja uccisa nel 2006. Muratov, per 24 anni caporedattore del giornale, si è sempre rifiutato di abbandonare la sua linea indipendente e “ha difeso il diritto dei giornalisti di scrivere in libertà“.
Al suo giornale e ai sei suoi giornalisti uccisi, ha voluto dedicare questo premio. “Vi dirò questo: non è merito mio. È Novaya Gazeta. Sono quelli che sono morti difendendo il diritto delle persone alla libertà di parola. Siccome loro non sono con noi, probabilmente hanno deciso che sia io a dirlo a tutti”, ha dichiarato il reporter alla Tass.
BREAKING NEWS:
The Norwegian Nobel Committee has decided to award the 2021 Nobel Peace Prize to Maria Ressa and Dmitry Muratov for their efforts to safeguard freedom of expression, which is a precondition for democracy and lasting peace.#NobelPrize #NobelPeacePrize pic.twitter.com/KHeGG9YOTT— The Nobel Prize (@NobelPrize) October 8, 2021
Complimenti a entrambi: giornalisti che hanno fatto diventare il proprio (coraggioso) lavoro una battaglia per la verità. Per la libertà. Per la democrazia. Concetti che spesso diamo per scontati ma che in realtà non lo sono. Soprattutto in certe parti del mondo.
Fonte foto: ANSA
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Giuseppe, classe 1999, aspirante giornalista, è laureato in Scienze Politiche (Relazioni Internazionali). Fin da piccolissimo è appassionato di sport e giornalismo.
Simpatiche, si fa per dire, le scene di quando da piccolo si sedeva nel bar del padre e leggeva la Gazzetta dello Sport “come quelli grandi”.
È entrato a far parte di Voci di Città, prima, come tirocinante universitario e, poi, come scrittore nella redazione generalista e sportiva. Con il passare del tempo, è diventato coordinatore sia della redazione sportiva che di quella generale di VdC. Allo stesso tempo, al termine di ogni giornata di campionato, cura la rubrica settimanale “Serie A, top&flop” e scrive anche delle varie breaking news che concernono i tempi più svariati: dallo sport all’attualità, dalla politica alle (ahimè) guerre passando per le storie più importanti, centrali o divertenti del momento.
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