Sono stati giorni e settimane di tensione tra Grecia e UE. La battaglia si è conclusa senza vincitori né vinti. Infatti lunedì mattina il premier belga Charles Michel ha annunciato su Twitter che l’accordo con la Grecia era stato raggiunto. Si è evitata dunque la “Grexit”, sia in via definitiva che temporanea, ma a che pro? Tsipras è riuscito ad ottenere un terzo aiuto finanziario grazie al fondo salva stati, si tratta di 82-86 miliardi di euro per i prossimi tre anni. Di questa cifra, 24 miliardi andranno al sistema bancario. L’Eurogruppo oltre che ad essere disposto a risanare le casse del fondo salva Stati, sembra essere intento a portare il fondo in Grecia invece che nel Lussemburgo.
Se da un lato la Grecia sembra aver ottenuto nuovo ossigeno per i suoi polmoni finanziari, dall’altro a che norme è costretta a sottostare? Entro domani il parlamento greco dovrà adottare la riforma dell’IVA e quella delle pensioni. Qualora ci fossero dei ritardi nel conseguimento dell’obiettivo del surplus primario, la Grecia dovrebbe introdurre dei tagli alla spesa pubblica. Inoltre, entro il 22 luglio la direttiva BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive) dovrà essere approvata. Quindi, il patto sembra dover costare dei grossi sacrifici da entrambe le parti, pur di non dover assistere alla Grecia fuori dall’euro, pur di non vedere il proprio Paese in default finanziario.
Come ha commentato l’accordo la classe politica italiana? Per Renzi non era affatto scontato che si raggiungesse un patto che evitasse la “Grexit” e si è espresso favorevole al fatto che la Grecia resti nell’Unione Europea. Per Grillo invece, il patto è uno strumento umiliante usato dall’Eurogruppo come monito per quei Paesi che vorrebbero uscire dall’euro. Di simile opinione anche il leader della Lega Matteo Salvini, secondo il quale questo accordo è umiliante per la Grecia e comporterebbe altri costi non indifferenti all’Italia. Intanto però lo spread scende e le borse ritornano a salire, sembra esserci una maggiore stabilità anche se a detta della cancelliera Angela Merkel la strada è ancora lunga.
Claudio Francesco Nicolosi
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