Patrick Zaki andrà a processo, prima udienza fissata per il 14 settembre. La scadenza, fissata per legge, dei due anni di detenzione e dei due interrogatori senza processo, era ormai prossima.
La prima udienza si terrà a Mansoura e Patrick risponderà di un articolo scritto nel luglio 2019 in cui denunciava le discriminazioni subite dalla minoranza cristiano-copta (di cui fa parte la famiglia Zaki).
Evidentemente il suo significato viene frainteso dal regime egiziano. Infatti, il giovane studente verrà presto accusato di diffusione di notizie false, considerate tanto gravi da compromettere l’ordine e l’interesse pubblico.
La sua unica vera “colpa” invece è quella di essersi schierato dalla parte dei diritti umani e di esserne stato portavoce attraverso la stampa. L’esito del processo potrebbe concretizzarsi in una multa, in una condanna fino a cinque anni di carcere, oppure potrebbero essergli irrogate sia l’una che l’altra. Oggi è il caso di chiedersi se i riflettori sulla questione Zaki siano rimasti accesi per il tempo necessario.
Maria Giulia Vancheri
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Maria Giulia, che in una parola si definisce logorroica, è una studentessa 24enne di giurisprudenza, a Catania. Dopo anni passati sui libri ha pensato bene di iniziare a scrivere per non infastidire più chi non volesse ascoltare le tante cose che aveva da dire. Riconosce di essere fashion… ma non addicted. Ama il mare e anche durante la sessione estiva non rinuncia alla sua nuotata giornaliera, che le rinfresca il corpo e i pensieri.
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