Dalle prime ore dell’alba, 150 uomini della polizia di Stato sono impiegati nelle province di Palermo, Ragusa, Messina, Agrigento e Trapani per dare esecuzione a misure cautelari nei confronti di 12 soggetti indagati, a vario titolo, per il reato di associazione a delinquere semplice, di illecite scommesse on line e intestazione fittizia di beni.
L’associazione a delinquere è accusata di essersi associata con scopo di portare avanti sul territorio nazionale un’attività organizzata volta ad accettare e raccogliere, anche per via telematica, scommesse di vario genere, su siti internet appartenenti a società maltesi prive di concessioni in Italia da parte dei Monopoli di Stato, reiterando reati di esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, con l’aggravante, per cinque indagati, di aver commesso il fatto avvalendosi della forza di intimidazione di “Cosa Nostra”.
In particolare C. S., C. R. e D. G., indiziati quali promotori e organizzatori dell’associazione, si sarebbero avvalsi della forza di intimidazione di due palermitani presumibili appartenenti a “Cosa Nostra” (e precisamente F. G. alla famiglia mafiosa della “Noce” e F. A. alla famiglia mafiosa di “Passo di Rigano”), per imporre il sito di scommesse on line nelle agenzie ricadenti territorialmente nel comprensorio di influenza della famiglia mafiosa di riferimento.
L’attività investigativa, ha confermato l’esistenza di una forte compenetrazione tra l’attività dell’organizzazione mafiosa “Cosa Nostra” e la gestione e distribuzione sul territorio di una rilevante parte delle sale gioco e scommesse, in seno alle quali, quotidianamente, si muove una mole di denaro, spesso sottratta a qualunque forma di controllo legale e fiscale, che va a rimpinguare significativamente le “casse” dell’associazione mafiosa.
Nel caso in esame si ritiene la sussistenza di un’organizzazione piramidale strutturata come segue:
Al vertice si pone il gestore del sito di scommesse, che è coadiuvato da un numero variabile di responsabili di macro aree territoriali, cosiddetti “Masters”, incaricati della diffusione del sito stesso sul territorio, dei rapporti con i referenti tecnici e della movimentazione del denaro.
In posizione subordinata rispetto ai Masters si pongono gli Agenti incaricati della supervisione di un determinato numero di Agenzie ed infine, i Preposti ai singoli negozi di gioco: l’associazione si avvantaggerebbe, infatti, di una ramificata rete di agenzie che dissimulerebbero la loro reale operatività sotto la copertura di punti vendita di ricariche
Il presumibile metodo adottato può essere schematizzato come segue: il pagamento delle scommesse non avverrebbe attraverso una transazione on line diretta tra giocatori e bookmaker estero, ma “in contanti” con pagamento di denaro nelle mani del gestore delle agenzie dislocate sul territorio. Il contratto di gioco si perfezionerebbe sul territorio italiano e verrebbe gestito dal punto commerciale “affiliato” all’associazione criminale, il quale, poi trasferirebbe le somme alla direzione amministrativa della piattaforma estera (i cosiddetti rientri).
Nello specifico, il meccanismo utilizzato dall’associazione si baserebbe essenzialmente sull’uso esclusivo di siti web (skin), appartenenti a Bookmakers con server aventi sede a Malta, fornitori di servizi di giochi e scommesse contenenti una vasta tipologia di giocate (calcio, formula 1, ciclismo, tennis, ippica, poker, casinò nonché i cosiddetti giochi virtuali).
Una parte del denaro illecitamente guadagnato verrebbe investita da alcuni presunti sodali dell’organizzazione in un’azienda agricola agrigentina sottoposta a sequestro preventivo.
Analogamente sono state sottoposte a sequestro preventivo le apparecchiature informatiche e i beni mobili aziendali di 2 agenzie sparse sul territorio palermitano.
Il volume del denaro raccolto dalle agenzie per gli eventi sportivi scommessi sui siti internet si aggirerebbe intorno a due milioni al mese per ogni sito internet utilizzato.
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