Secondo quanto riportato dal Gazet van Antwerpen il Centro controllo veleni del Belgio allarma sul diffondersi di una pericolosissima sfida mortale: la Paracetamol Challenge. Il trend questa volta spinge a sfidarsi nell’assumere il maggior quantitativo di paracetamolo per vedere chi fa il ricovero più lungo.
La rischiosa sfida ha già nel 2023 mietuto una vittima per overdose: un bambino di 11 anni negli Stati Uniti, luogo dal quale proviene la folle gara. Infatti, l’epidemiologo Yves Coppetier sostiene che per un bambino sono sufficienti 150 mg/kg per superare il dosaggio e rischiare “lesioni irreversibili a livello cerebrale, a livello renale, acuta epatotossicità e mortalità”.
É proprio la crescita di questa tendenza a far preoccupare le autorità sanitarie belghe.
“Questi giovani si stanno impegnando in un’assurda competizione,” – mette in guardia un portavoce del Centro controlli veleni belga – “nonostante il fatto che un’overdose ponga un rischio mortale”.
L’organo maggiormente coinvolto è il fegato, che corre il rischio di subire danni permanenti. “Se si è fortunati, si riceve un trapianto di fegato e ci si ritrova malati cronici, con immunosoppressori a vita – sempre che arrivi un fegato a salvarci. Altrimenti, si passa un mese in rianimazione prima di morire”. Si pronuncia così il farmacologo Mathieu Molimard del Centro Ospedaliero Universitario di Bordeaux.
I sintomi dell’avvelenamento in un primo momento si presentano come nausea, vomito e dolori addominali. Dopo 2-3 giorni si riscontrano già i danni epatici, mentre al 3°-4° giorno il vomito peggiora, occhi e pelle ingialliscono. Possono subentrare anche pancreatite e insufficienza renale.
L’aspetto decisivo è la tempestività con la quale si ricercano cure mediche, perché l’intossicazione può essere curata se si agisce per tempo.
Nonostante ciò, i rischi da intossicazione da paracetamolo, superano nettamente le flebili speranze di recupero.
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