«Il Governo ha scelto da tempo di imboccare la strada della gradualità, nella consapevolezza che il nostro Paese non si possa permettere passi falsi nel percorso di ritorno alla normalità. Questo aumento credo sia un ulteriore segnale importante. Dobbiamo affrontare le settimane che verranno senza paura, ma con prudenza e responsabilità perché stiamo uscendo da questo tunnel, ma non ne siamo ancora fuori. Dobbiamo rispettare le regole come indossare le mascherine, lavare le mani rispettare il distanziamento, anche se mi rendo conto che con l’aumento della capienza degli stadi al 75% (all’aperto) il criterio della scacchiera viene meno», con queste parole il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, annuncia il graduale ritorno alla normalità previsto per le discoteche.
Il Cts ritiene spiega che: «queste attività possono essere consentite in zona bianca garantendo: una presenza, compreso il personale dipendente, pari al 50% della capienza massima al chiuso e al 75% all’aperto; la presenza di impianti di aerazione senza ricircolo d’aria e rispondenti ai requisiti qualitativi specificati nei documenti di indirizzo Iss; l’uso obbligatorio dei bicchieri monouso; la garanzia della possibilità di frequente igienizzazione delle mani oltre che la pulizia e la sanificazione dei locali; l’utilizzo della mascherina chirurgica nei vari momenti, ad eccezione di quello del ballo, paragonabile alle attività fisiche al chiuso». Resta critico Matteo Salvini, il quale riassume con queste parole la posizione della Lega sulla questione: «se tu chiedi il green pass e quindi chi entra è vaccinato o tamponato tu riapri al cento per cento. Questo vale per i cinema, i musei, gli stadi, gli uffici, tutti!»
Se ne discuteva da molto, ma ora la decisione è definitiva: dall’11 ottobre con il Green pass obbligatorio, la capienza per teatri, cinema e sale concerti sarà del 100%, se in zona bianca. In zona gialla, invece, si ridurrà al 50%, i posti saranno preassegnati e verrà imposta la distanza di almeno 1 metro (tranne per i conviventi). Stadi e palazzetti potranno ospitare il 60% degli aventi diritto al chiuso, il 75% se all’aperto. Anche in questo caso, regole valide in zona bianca, in cui al momento si trova tutta l’Italia.Per i musei, invece, il Cts non pone limitazioni. Tuttavia, raccomanda di garantire l’organizzazione dei flussi per favorire il distanziamento interpersonale in ogni fase, con l’eccezione dei nuclei conviventi.
«Negli stadi e nei cinema aumentano la capienza, per le discoteche il 50% al chiuso è una capienza troppo ridotta. È inaccettabile» dice all’Adnkronos Maurizio Pasca, presidente del Silb, Sindacato italiano dei locali da ballo. «E’ importante aprire ma non possiamo mantenere quella capienza, i costi di gestione sono ingenti e certamente non riusciremmo a coprirli”. «Una discoteca che ha una capienza di 1000 persone, ha almeno 50-60 persone che lavorano, allora significa che potrebbero entrare solo in 200. È ridicolo, solo il Cts poteva pensarlo. Ci dicano che vogliono tenere le discoteche chiuse, sarebbe più onesto, e ci diano ristori sostanziali», conclude.
Maria Giulia Vancheri
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Maria Giulia, che in una parola si definisce logorroica, è una studentessa 24enne di giurisprudenza, a Catania. Dopo anni passati sui libri ha pensato bene di iniziare a scrivere per non infastidire più chi non volesse ascoltare le tante cose che aveva da dire. Riconosce di essere fashion… ma non addicted. Ama il mare e anche durante la sessione estiva non rinuncia alla sua nuotata giornaliera, che le rinfresca il corpo e i pensieri.
Crede fermamente che chi semina amore, raccolga felicità