L‘entrata in vigore dell’obbligo del Green Pass per i lavoratori a partire dalla giornata di ieri ha fatto parecchio discutere, soprattutto per la reazione di coloro che hanno deciso di non vaccinarsi. Il documento verde, che sconsente di certificare gli immunizzati, da alcune persone è stato interpretato come violazione delle proprie libertà personali o addirittura come un obbligo a vaccinarsi subdolo e mascherato. Tutto questo è sfociato in vere e proprie proteste che avuto il culmine nei brutti fatti accaduti sabato scorso, che hanno visto protagonisti gli esponenti di Forza Nuova e che hanno trovato seguito in quelle del porto di Trieste.
Un caos per il quale il direttivo del Coordinamento dei Lavoratori del capoluogo giuliano ha annunciato di voler chiedere al Governo nazionale di posticipare l’obbligo al prossimo 30 ottobre. A intervenire è stato anche il prefetto di Trieste, Valerio Valenti, che ha individuato quali punti fondamentali l’ordine pubblico e il diritto a manifestare pacificamente senza creare alcun disordine.
Lo svolgimento dei sit-in, oltre che a Trieste, si è sviluppato in modo pacifico a Genova e sia nello stabilimento di Mirafiori a Torino, così come al porto di Palermo. Riguardo alle imprese edili, nella provincia di Catania i vertici della Fillea Cgil del capoluogo etneo hanno affermato come il diritto a non vaccinarsi per scelta personale da parte di alcuni dipendenti delle imprese debba essere rispettato, evitando di fare pagare a loro il tampone ogni 48 ore. Ma è anche stato ribadito come il vaccino sia il più importante veicolo per lasciarsi alle spalle il prima possibile la pandemia.
Immagine di repertorio
Giuliano Spina
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