La corsa per la manovra continua senza sosta. Nonostante l’obiettivo di chiudere i lavori in mattinata sia sfumato, la commissione Bilancio tornerà a riunirsi oggi alle 15. Nel frattempo, alle 10, i deputati si sono riuniti in aula per ascoltare le comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo. Un’agenda fitta che punta a far approvare il testo entro venerdì, per poi passare al Senato. Tuttavia, i ritardi accumulati potrebbero spingere l’approvazione definitiva fino al 28 dicembre.
Proseguono le votazioni sugli emendamenti che stanno apportando cambiamenti significativi al testo. È stato eliminato l’aumento dell’1,8% sui pedaggi autostradali previsto per il primo gennaio. Cambia anche la norma sulle concessioni elettriche: la proroga verrà ridotta da 40 a 20 anni e i proventi aggiuntivi saranno utilizzati per ridurre le bollette. Anche l’aumento degli stipendi dei ministri non eletti è stato ridimensionato: non si tratterà più di un incremento salariale, ma di un rimborso spese per chi non risiede a Roma.
Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, è intervenuto con decisione sul tema degli stipendi attraverso un post condiviso su X, chiedendo il ritiro dell’emendamento. “Non possiamo lasciare spazio a polemiche su una norma che equiparava i rimborsi spese di ministri e sottosegretari non parlamentari a quelli dei deputati. È così da anni e rimarrà tale fino alla fine della legislatura”, ha dichiarato. Ha poi aggiunto: “Che questa situazione sia giusta? Non credo, perché non ha molto senso che un ministro dell’Interno o della Difesa sia trattato diversamente da un sottosegretario. Ma finora non è mai stato un problema, né per me né per i colleghi”.
L’emendamento che prevedeva l’aumento dei pedaggi autostradali è stato ritirato. Questa decisione include anche il blocco della proroga delle concessioni per gli operatori il cui Piano economico-finanziario, che regola investimenti e costi per gli automobilisti, dovrà essere approvato entro fine anno. Il testo iniziale prevedeva una proroga fino al 30 giugno 2024.
La conferenza dei capigruppo ha stabilito che la discussione generale in aula inizierà mercoledì alle 14. Prima, però, sarà necessario il via libera della commissione Bilancio. I lavori di lunedì hanno avuto un inizio rallentato, con l’esame degli emendamenti cominciato solo alle 13, nonostante la convocazione fosse fissata per due ore e mezza prima. Tra le modifiche approvate c’è l’incremento di 1,1 milioni di euro annui a partire dal 2025 per il Reddito di libertà, un fondo destinato a sostenere l’indipendenza economica delle donne vittime di violenza.
Non è passato l’emendamento noto come “legge Griseri”, che avrebbe sospeso le consegne in caso di allerta meteo, né quello delle opposizioni che proponeva di destinare oltre 5 miliardi alla sanità.
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