Nonostante le vicende di sabato scorso a Roma e i consequenziali arresti, sui canali Telegram i NoVax e i NoPass hanno indetto uno sciopero generale ad oltranza dal 15 ottobre 2021. Lo slogan dell’ennesima protesta è «bloccare il paese» e molti hanno già reso nota la loro adesione alla manifestazione indicando anche i luoghi di ritrovo. Per lo stesso giorno, anche i portuali di Trieste hanno comunicato la conferma di un blocco totale delle attività nello scalo marittimo. Nel frattempo si riunisce il Comitato di sicurezza al Viminale, per prepararsi a gestire la situazione.
Venerdì 15 ottobre entrerà in vigore l’obbligo di Green Pass per lavoratori pubblici e privati, e i NoVax e i NoPass hanno indetto l’ennesima manifestazione. Si tratta della prima dopo i disordini di sabato scorso, durante i quali si sono verificati scontri con le forze dell’ordine, l’irruzione nella sede della CGIL, e di conseguenza gli arresti dei dimostranti violenti. Dai canali Telegram, emerge una prospettiva tutt’altro che rasserenante per quanto riguarda le modalità di svolgimento della prossima manifestazione; infatti, già a partire dal 12 ottobre i NoVax hanno lanciato chiari messaggi tramite i loro post: «Non andiamo più al lavoro e blocchiamo le strade fino a quando non aboliscono il Green Pass. Siamo milioni, hanno bisogno di noi per mandare avanti il Paese», «Qualcuno che riconosce che non siamo schiavi dello Stato, ma di quei pochi infami che si stanno riempiendo le tasche e non solo. Con la nostra salute stanno giocando ma possiam fare qualcosa». Oltre alle frasi sconclusionate non mancano anche incitazioni alla violenza, corredate dalla richiesta di essere contattati per ricevere indicazioni su come meglio organizzare i blocchi stradali: «Con le botti di liquame, trattori, camion, ruspe e ogni mezzo pesante per occupare tutti i palazzi del potere», «La protesta di Roma era solo un assaggio». Nonostante quanto emerge dai canali, e che lascia ben poco all’immaginazione, gli organizzatori hanno comunicato che faranno in modo di vigilare e verificare che non entrino a far parte della dimostrazione persone violente. A fronte della situazione che pare prospettarsi, il 13 ottobre si è riunito il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dalla ministra Lamorgese, che coadiuvata dai vertici dell’intelligence e delle forze dell’ordine, dal sottosegretario all’Interno, dal prefetto e dal questore di Roma, ha messo a punto una linea comune per fronteggiare i possibili disordini: una linea basata sul rafforzamento delle misure di ordine pubblico, una stretta sulle manifestazioni per evitarne la degenerazione alla luce della crescente tensione ricollegata all’entrata in vigore dell’obbligo di Green Pass per tutti i lavoratori, ed un attento monitoraggio delle chat di NoVax e di estremisti legati all’organizzazione della manifestazione.
Lo stesso 15 ottobre è previsto anche lo sciopero dei portuali di Trieste, che avevano già manifestato l’11 ottobre, e hanno annunciato il blocco dei lavori del porto, blocco che si è poi esteso a tutti i porti d’Italia. Per cercare di ricomporre il conflitto, si era tenuto il 12 ottobre un incontro con le aziende del settore, il prefetto e il segretario generale dell’Autorità portuale del Mare Adriatico Orientale, ed era stato proposto ai portuali di Trieste di trovare un accordo su tamponi gratuiti in luogo del vaccino, ma qualsiasi trattativa è stata rifiutata. Il coordinatore dei portuali di Trieste, Stefano Puzzer, ha dichiarato che «L’unica apertura che possono avere nei nostri confronti è togliere il Green Pass. Il blocco di venerdì è confermato, oggi ci saranno sorprese perché non si fermerà solo il porto di Trieste. Anche quello di Genova? Non mi fermerei a quello di Genova, quasi tutti i porti si fermeranno». Dunque, è stato pubblicato un comunicato del sindacato Coordinamento Lavoratori Portuali Trieste, che ha senza ombra di dubbio confermato il blocco totale nello scalo marittimo venerdì. A tutto ciò si è aggiunto lo spettro delle possibili dimissioni del Presidente del porto, Zeno D’Agostino. Il Governo ha tentato un’ultima volta di giungere ad un compromesso, ma la risposta del sindacato portuale è parsa categorica: «Siamo venuti a conoscenza che il governo sta tentando di trovare un accordo, una sorta di accomodamento riguardante i portuali di Trieste, e che si paventano da parte del Presidente Zeno D’Agostino le dimissioni. Nulla di tutto ciò ci farà scendere a patti. Non solo noi, ma tutte le categorie di lavoratori».
Senza volersi soffermare sulla vantaggiosità della vaccinazione dal punto di vista individuale e collettivo in termini di costo sanitario (e non solo), e su quanto risulterebbe dispendioso ed insostenibile dare adito alle pretese del lavoratore NoVax da parte dello Stato, è necessario aprire una breve parentesi su quanto sia svantaggioso economicamente scegliere di non vaccinarsi anche per il lavoratore stesso in prima persona. Innanzitutto occorre tenere presente che i lavoratori non dotati di Green Pass dovranno pagare una multa tra i 600 e i 1500 euro. In secondo luogo è bene ricordare al lavoratore che decidesse per sua scelta di non vaccinarsi, ed in alternativa al vaccino di sottoporsi a tampone, che quello rapido avrebbe una valenza di 48 ore, mentre quello molecolare di 72 ore. Ora, tenendo conto che i tamponi rapidi avranno un prezzo calmierato di euro 15, ripetendo il test tre volte alla settimana il totale sarebbe di euro 45 (un mese di tamponi rapidi, 180 euro). Passando ai tamponi molecolari, che hanno una durata ma anche un costo superiore (tra gli 80 e i 100 euro cadauno), ne servirebbero due alla settimana: andrebbero a superare nettamente il costo dei rapidi sia settimanalmente sia mensilmente. Dunque, pare davvero poco conveniente. Infine, si ricorda che l’assenza di Green Pass non comporta la prima sanzione se non ci si presenta sul luogo di lavoro: si viene però considerati assenti ingiustificati, quindi verrà sospeso lo stipendio, non matureranno le ferie, non verranno corrisposti buoni pasto.
Stefania Piva
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È nata e vive a Milano. È Avvocato, laureata in giurisprudenza all’Università Statale di Milano, ha svolto la pratica forense presso l’Avvocatura dello Stato di Brescia, e si è specializzata presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell’Università Statale di Milano. Da sempre appassionata di politica e giornalismo, ha scritto in precedenza per il giornale locale ABC Milano.