A Novara sfilano i NoPass, vestiti da ebrei deportati. Un corteo di manifestanti con pettorine a strisce e corde simboleggianti il filo spinato che circondava i lager nazisti. A coronare il tutto, un cartello con scritto «Stop dittatura», in riferimento all’obbligo di Green Pass nei luoghi di lavoro.
Le parole di Edith Bruck riecheggiano perentorie: «I manifestanti No Green Pass vestiti come prigionieri dei lager nazisti non sanno ciò che fanno, o se lo sanno è ancora peggio. E io temo che sappiano benissimo che stanno strumentalizzando la più grave tragedia del Novecento. Hanno inscenato una protesta disumana contro un semplice pezzo di carta, peraltro indispensabile. È fuori di dubbio, a parer mio, che dietro a sfilate di questo tenore ci siano le camicie nere, una pericolosa riacutizzazione della politica di destra. Lo abbiamo visto lo scorso 9 ottobre con Piazza del Popolo arringata da Forza Nuova e lo vediamo in Europa, in Polonia e Ungheria. Dove spirano i venti di destra. Proprio perché ho vissuto la pagina più buia della storia del ‘900, posso dire che trovo aberrante rievocare quel dramma per protestare contro il Green Pass».
Le parole della scrittrice, sopravvissuta ad Aushwitz, Edith Bruck, descrivono quanto accaduto quest’oggi: alcuni manifestanti NoPass hanno marciato per le vie di Novara, indossando gli abiti a strisce nere e bianche che portavano i prigionieri dei lager nazisti, con tanto di corda al collo, rievocante il filo spinato presente nei campi di concentramento. La protesta ha suscitato lo sgomento generale, anche da parte delle istituzioni: si tratta infatti di un paragone improponibile e di pessimo gusto, fra le misure volte a contrastare la pandemia (in particolare, il Green Pass) e i provvedimenti presi da Adolf Hitler nei confronti degli ebrei nel corso del regime nazista. Le parole di alcuni manifestanti hanno reso ancora più agghiacciante la questione: «Abbiamo rappresentato la minoranza che ha creato il governo privandoci della libertà». L’Anpi di Novara ha rilasciando una dichiarazione categorica: «Un misero numero di persone ha manifestato identificandosi con milioni di uomini, donne, bambine e bambini cui furono strappati la dignità e la vita nei campi di sterminio nazisti. Questi pochi ignoranti della storia, che si definiscono vittime di una dittatura, che indossano pettorine a righe, sono irrispettosi delle milioni di vittime che la barbarie nazifascista ha portato, senza la minima coscienza, senza il minimo senso della vergogna».
Il Ministro della Salute Speranza ha rilasciato una dichiarazione sull’accaduto, al programma Mezz’ora in più su Rai3: «Quello che ho visto a Novara è fuori dalla grazia di Dio. Nel 13% di chi non si è ancora vaccinato, c’è chi ha paura, non sono tutti no-vax. Il modo migliore per convincerli non è insultarli, ma convincerli con dati scientifici». Si ricorda anche che, mentre si susseguono queste manifestazioni, il fatturato delle attività commerciali continua a subire contraccolpi: il blocco dei centri dovuto ai cortei ha ormai suscitato l’esasperazione e le proteste dei commercianti. A Milano, una delle mete più gettonate delle manifestazioni NoVax e NoPass, la pazienza degli esercenti pare essere arrivata al limite: «Quando passano loro, noi possiamo anche chiudere perché i clienti spariscono. Capisco la libertà di una minoranza di protestare, ma questa non può togliere alla maggioranza la libertà di lavorare», dice il presidente dell’associazione orafa lombarda Andrea Sangalli. Anche Confcommercio ha rilasciato una dichiarazione: «Le reiterate e continue manifestazioni che bloccano il centro e limitano le attività imprenditoriali, danneggiano ulteriormente l’economia di Milano che con fatica sta cercando di ripartire». Resta da vedere cosa accadrà ora, soprattutto dopo quest’ultima manifestazione shock avvenuta a Novara.
Stefania Piva
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È nata e vive a Milano, laureata in giurisprudenza all’Università Statale di Milano, praticante avvocato presso l’Avvocatura dello Stato di Brescia. Da sempre appassionata di politica e giornalismo, ha scritto in precedenza per il giornale locale ABC Milano. Ama il trekking in alta montagna ed esplorare i fondali marini per districarsi fra lo stress cittadino e le udienze in tribunale!