Nella prima gara della loro preseason, gli Houston Rockets sconfiggono per 104-97 gli Oklahoma City Thunder in quel di Tulsa, a circa 170 km da Oklahoma, al Cox Convention Center, casa degli Oklahoma City Blue, squadra satellite di OKC. Entrambe le squadre hanno entusiasmato e non poco i propri tifosi a suon di colpi remunerativi e di alto livello sul mercato, rinnovando i contratti delle loro stelle James Harden e Russell Westbrook e aggiudicandosi rispettivamente Chris Paul, approdato in Texas in seguito alla maxi trade con i Los Angeles Clippers, Paul George dagli Indiana Pacers e, da pochi giorni, Carmelo Anthony, che si è congedato dopo sette lunghi anni dai New York Knicks. In attesa che cominci la nuova stagione (tra poco meno di due settimane si torna a fare sul serio), Mike D’Antoni riceve subito indicazioni interessanti e garanzie importanti dai propri ragazzi, che l’anno scorso hanno raggiunto le semifinali dei playoff dopo una regular season a dir poco eccezionale (55 vittorie e 27 sconfitte e terzo posto ad ovest, alle spalle dei Golden State Warriors e dei San Antonio Spurs).
James Harden ormai è un giocatore imprescindibile per i razzi di Houston, un vero e proprio fuoriclasse che continua a mostrare gli ottimi risultati di una crescita progressiva ed esponenziale, soprattutto dal punto di vista mentale, anche grazie al Baffo ex Olimpia Milano. Da segnalare, inoltre, il più che positivo debutto di Chris Paul, già integratosi alla grande nel sistema di gioco dantoniano, spiccatamente offensivo e fondato molto sull’esplosività e sui tiri da tre, e la prova da applausi di Eric Gordon, che dalla panchina dà un contributo enorme ai suoi compagni per la vittoria finale. Bene anche Trevor Ariza, una pedina molto utile ai meccanismi di gioco di Houston. Sul fronte opposto, invece, Carmelo Anthony offre un saggio delle sue qualità, mostrando una buona intesa con l’altro nome di rilievo di OKC, Paul George: i due sono privi della compagnia del leader assoluto di questa formazione, Russell Westbrook, tenuto a riposo dal coach Billy Donovan a causa di un problema al ginocchio. Finisce dunque 104-97 per gli Houston Rockets ai danni degli Oklahoma City Thunder: le due squadre si affronteranno nella magica atmosfera del Christmas Day alla Cheseapeake Energy Arena e debutteranno nella nuova stagione rispettivamente contro i campioni in carica dei Golden State Warriors alla Oracle Arena e contro i New York Knicks tra le mura amiche.
La sfida contro la squadra di Jeff Hornacek rappresenterà sicuramente uno stimolo in più per Carmelo Anthony, che ha lasciato i Knicks dopo sette anni di pochi alti e tanti bassi, con alcune situazioni difficili da gestire (una su tutte, il rapporto tormentato con l’ex proprietario della franchigia Phil Jackson) e soltanto tre qualificazioni ai playoff su sette stagioni. Il classe ’84 ha intenzione di ritrovare il sorriso ad Oklahoma ed è molto motivato per la sua nuova avventura professionale, la terza dopo quella con i Denver Nuggets – che lo selezionarono con la chiamata numero tre al Draft 2003 – e, appunto, i New York Knicks. Melo mette in campo sin dall’inizio grinta ed energia, griffando i primi dieci punti dei suoi al cospetto dei Rockets, che sono stati ad un passo dal portarlo alla corte di Mike D’Antoni e formare un big three da capogiro con James Harden e Chris Paul. La sensazione è che con un trio offensivo del genere, Donovan potrà permettersi il lusso di sperimentare varie soluzioni a seconda del tipo di avversario che avrà di fronte, magari rinunciando, qualora dovesse risultare necessario, a uno dei tre fuoriclasse a sua disposizione. Anthony disputa soltanto il primo tempo, mettendo a referto ben 19 punti in 20 minuti e mostrando grande alchimia col resto della squadra e con la filosofia cestistica di OKC: tra le statistiche relative al suo esordio, inoltre, degno di nota l’ottimo 7/13 dal campo totalizzato e i ben quattro rimbalzi catturati.
Sono 15, invece, i punti realizzati da Paul George, che ha mostrato un’ottima intesa con Carmelo Anthony e ha fatto divertire ed entusiasmare i tifosi dei Thunder con indosso la maglia numero 13 di OKC. Maglia appartenuta, dal 2009 al 2012, a James Harden, punta di diamante degli Houston Rockets, che fu selezionato al Draft con la scelta assoluta proprio dalla franchigia nata nel 2008, affiancandosi ad altri due giovani talenti che sarebbero esplosi di lì a poco, Kevin Durant e Russell Westbrook: The Beard duetta alla grande con il nuovo arrivato Chris Paul, convinto proprio da lui a scegliere Houston dopo la fine della sua lunga e felice esperienza in quel di Los Angeles con i Clippers di Vinny Del Negro prima e Doc Rivers poi, e i due mettono a referto statistiche a dir poco positive (27 punti e 17 assist in due, di cui 16 punti e 10 assist per il Barba e 11 punti e 7 assist per CP3). La loro capacità di acquisire un’intesa tale da completarsi a vicenda sarà fondamentale per la stagione dei Rockets, che fanno particolare affidamento sul loro talento.
Il vice MVP – sconfitto nella corsa al più prestigioso riconoscimento individuale dall’amico ed ex compagno di squadra Westbrook – inoltre, ha perso 7 palle, mentre a contribuire in maniera determinante alla vittoria finale è anche Eric Gordon, che effettua 21 punti in uscita dalla panchina (7/12 dal campo) in 24 minuti disputati. L’esplosività, il dinamismo e il ritmo sono concetti chiave per D’Antoni e i suoi, che in questa prima gara di preseason hanno rifilato una raffica di triple ai propri avversari, totalizzando la bellezza di 24/55 dalla lunga distanza. I razzi procedono dunque il loro percorso di maturazione senza voltare le spalle al loro classico sistema di gioco, le cui peculiarità hanno permesso ai texani di disputare una stagione sontuosa ed avvincente. Dalle appassionanti battaglie dello scorso anno al primo turno dei playoff (4-1 finale per gli Houston Rockets), al primo match di una lunga serie, che inaugura la nuova annata di due tra le squadre meglio attrezzate, insieme ai Cleveland Cavaliers, per togliere lo scettro a Golden State.
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Categoria: Sport
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