Le vicende degli ultimi giorni hanno, forse, definitivamente convinto l’Unione Europea ad agire: migliaia di siriani hanno, infatti, cercato di risalire i paesi dell’Est europeo per giungere nel Nord Europa. E la stazione di Budapest, che inizialmente aveva acconsentito a trasportare i migranti in Germania e Austria, ha negato ulteriori “passaggi” ai profughi, causando la protesta di questi ultimi. Contemporaneamente, il Sud Italia continua ad accogliere sbarchi e vite umane di coloro che riescono a salvarsi, il premier Renzi ha proposto la costituzione di un diritto d’asilo europeo e la Commissione UE si sta muovendo a propria volta in questa direzione.
In particolare, dalla Germania, i socialisti Frank-Walter Steinmeier e Sigmar Gabriel gridano che è necessario modificare il Regolamento di Dublino in materia di diritto d’asilo. Nel redigere i trattati istitutivi, i Paesi fondatori avevano all’epoca escluso che l’immigrazione potesse essere materia comunitaria; tuttavia oggi, a decenni di distanza e con il cambiamento degli equilibri nei Paesi arabi e dell’Est europeo, è necessaria una svolta. Come avverte l’olandese socialista Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione, «L’ognuno per sé non ha mai portato grandi frutti nella storia dell’Europa» ed è quindi necessario che intervenga l’Unione, essendo del tutto insufficienti gli interventi dei singoli Stati. L’idea è quella di ideare un codice comune per l’asilo: le norme riguardo all’accoglienza, dunque, non dovranno cambiare in base alla nazione, come è accaduto finora. Inoltre, sarà anche necessario stabilire un criterio per la ripartizione delle quote di migranti, scardinando la vecchia logica del luogo di approdo. Finora, nonostante le difficoltà, sembra che i governi più ostili si stiano aprendo alle contrattazioni, mentre la Germania ha affermato che ospiterà 800mila siriani.
Affinché tale sistema regga, è chiaro che sarà necessaria una cooperazione internazionale efficiente e basata sulla reciproca fiducia e assoluta trasparenza. Fino ad oggi la registrazione degli sbarchi, con il controllo di ogni persona che entra nel territorio, è il punto nevralgico delle difficoltà pratiche della situazione; e per di più, le vicende che riguardano centri di accoglienza come il CARA di Mineo fanno temere infiltrazioni mafiose e speculazioni economiche. In conclusione, il discorso del prossimo 9 settembre del Presidente della Commisione Junker sullo stato dell’Unione sarà fondamentale per una decisiva svolta nelle politiche di accoglienza e dell’immigrazione.
Viviana Giuffrida
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