«Chiunque nel giustificato timore d’essere perseguitato per ragioni di razza, religione, cittadinanza, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole domandare la protezione di detto Stato; oppure chiunque, essendo apolide e trovandosi fuori dei suo Stato di domicilio in seguito a tali avvenimenti, non può o, per il timore sopra indicato, non vuole ritornarvi» viene definito rifugiato dall’art.1 della Convenzione di Ginevra e per questo ha il diritto ad ottenere la protezione internazionale.
È quanto dichiarato dal giudice Martina Flamini della prima sezione civile del tribunale ordinario di Milano, che ha emesso una sentenza di condanna nei confronti della Lega «per il carattere discriminatorio e denigratorio dell’espressione clandestini» leggibile nei manifesti affissi lo scorso anno a Saronno. Una sentenza importante poiché potrebbe creare un precedente verso tutti coloro che come la Lega stessa e i suoi militanti, a partire dal segretario Matteo Salvini, definiscono i profughi come “clandestini”. Si tratta dell’epilogo di un caso di razzismo manifestatosi nel 2016 quando nel Comune di Saronno la Caritas aveva chiesto a ragione al sindaco leghista di accogliere circa 32 rifugiati in un convento di suore ricevendo però un netto rifiuto da parte sua con tale motivazione: «Non voglio africani maschi vicino alle scuole dove vanno le nostre studentesse».
Si tratta di una vittoria importante per gli avvocati ricorrenti delle due associazioni protagoniste, Asgi e Naga, ma soprattutto per tutti i migranti che ogni giorno giungono nelle nostre coste in cerca di un “rifugio”. «Questa sentenza mette un punto fermo nell’uso comune del termine ‘clandestino’ del linguaggio politico nei confronti dei richiedenti asilo chiarendo che non è lecito alla politica farlo con lo scopo di suscitare un clima che impedisca l’inserimento dei rifugiati nella collettività», come indicato appunto nella sentenza.
Ester Sbona
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.