L’approvazione della legge sulla castrazione chimica da parte del Parlamento indonesiano ha innescato critiche da parte di chi si oppone a tali metodi, ma anche la grande condivisione di tutta l’assemblea e dell’opinione pubblica.
GIACARTA – Il 12 ottobre è stata approvata in Indonesia, all’unanimità, una legge per combattere la pedofilia nel Paese, sempre più dilagante, e che autorizza la castrazione chimica per i pedofili condannati in via definitiva, prevedendo, in alcuni casi, la condanna a morte o una pena non inferiore ai 10 anni di carcere. La procedura della castrazione chimica consiste nell’iniettare nel colpevole ormoni femminili per ridurre il testosterone, e quindi il desiderio sessuale.
La nuova normativa, nonostante sia stata approvata e condivisa dalla maggior parte dell’opinione pubblica, presenta comunque alcuni aspetti controversi, che hanno scatenato lo sdegno e la protesta di due partiti di opposizione, di alcune organizzazioni per i diritti umani e dell’associazione dei medici del Paese. Questa legge, infatti, vìola chiaramente le norme etiche di ogni ordinamento medico, e, come specificato dall’associazione medica indonesiana «quando si diventa medici, devi giurare di non mettere in atto pratiche dannose per nessun essere umano. Il nostro messaggio indirizzato a tutti i medici del Paese è questo: finché sei un dottore, non è possibile farlo, anche se il governo dice che questa misura servirà a punire uno stupratore». Oltre ad una questione etico-professionale, i medici hanno ribadito che vi sarebbe anche un problema fisiologico per cui la castrazione chimica non servirebbe ad eliminare la pedofilia nel Paese. Di fatto, gli effetti della castrazione chimica non sono irreversibili, e chiunque, una volta uscito dal carcere, potrebbe ribaltarli attraverso una semplice terapia ormonale.
Nonostante le critiche, il presidente indonesiano Joko Widodo si è espresso chiaramente a favore della nuova legge e, in particolare, in un’intervista alla BBC ha dichiarato che «la Costituzione indonesiana rispetta i diritti umani, ma quando si parla di pedofilia non devono esserci compromessi. Saremo forti e rigidi – ha continuato Widodo, il quale è stato il promotore della norma – puniremo con il massimo della pena i reati sessuali, e questa nuova legge cancellerà la pedofilia nel Paese».
Gianluca Merla
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