Italia sotto attacco: cosa sta succedendo? #ItaliaSiRibella è l’hashtag che sta spopolando sui social in queste ore. A Catania manifestanti e forze dell’ordine sono scese in piazza in un corteo non autorizzato contro il nuovo Dpcm anti-Covid. Tantissime le persone che hanno manifestato il proprio disappunto da nord a sud. Lo stesso è, infatti, accaduto a Trieste, Cremona, Lecce, Verona, Cosenza, Ferrara, Salerno, Palermo e Siracusa.
Nella notte del 25 ottobre, a Catania, due bombe carta sono state lanciate in via Etnea, davanti la sede della Prefettura. Per fortuna non ci sono stati feriti. Disordini e violenza anche a Vittoria (Rg) dove gli oltre duecento casi covid hanno lasciato presagire la necessità di una nuova zona rossa. Le proteste hanno preso piede anche a Siracusa, davanti Palazzo Vermexio, sede del Comune, e a Palermo, dove le categorie più colpite dall’ultimo Dpcm si sono riunite davanti il palazzo della Prefettura.
In piazza Castello si sono ritrovate circa 400 persone, tra cui una cinquantina di ultrà. Dal gruppo si è levato un coro che intonava: «Il coronavirus non esiste, svegliatevi». Fumogeni, bombe carta e bottiglie di vetro sono state scagliate contro il cordone dei carabinieri schierato davanti al Palazzo della Regione Piemonte. Il tutto è proseguito con vetrine infrante e cestini dell’immondizia scagliati a terra. Un gruppo è riuscito a entrare anche in un negozio di lusso e a saccheggiarlo. Due poliziotti sono rimasti feriti, mentre sono sette le persone arrestate finora, accusate a vario titolo di resistenza aggravata a pubblico ufficiale e danni. Al vaglio della Digos, invece, la posizione per l’ipotesi di devastazione. Altre due persone sono state denunciate. In tutti i casi si tratterebbe di pregiudicati (anche minorenni).
«Reddito di salute per tutti, la crisi la paghino i ricchi», si legge in uno degli striscioni esposti in Piazza Plebiscito a Napoli ormai giunta al terzo giorno di proteste. Presenti diversi rappresentanti delle categorie che danneggiate dal Dpcm: dunque dai ristoratori, ai titolari dei bar, fino ai settori dell’indotto del turismo; ma anche studenti, esponenti dei centri sociali, singoli cittadini che stanno perdendo il lavoro. «Dopo protocollo e sanificazione chiudere la danza è amputazione» è un altro dei cartelli dei ballerini e maestri di danza che protestano per la chiusura. In un altro angolo della piazza anche i rappresentanti delle agenzie di animazione per le feste.
A Milano durante le manifestazioni c’è chi rivendica libertà senza rispettare alcuna distanza di sicurezza. Non sono mancati i negazionisti: «L’influenza l’anno scorso ha ucciso migliaia di persone e non era il Covid: terrorizzare per comandare». Anche i tram sono stati presi d’assalto, segnalati danni anche ai dehors dei locali, transenne lanciate nelle scale della metropolitana e cassonetti rovesciati.
Epilogo violento anche a Trieste, dove nel corso di una manifestazione di piccoli imprenditori e commercianti alcuni hanno lanciato dei petardi in direzione della Prefettura. Sarebbero stati colpiti anche dei carabinieri e alcuni cronisti. Si è trattato di «pochi facinorosi, che nulla hanno a che fare con le proteste pacifiche avvenute in città», hanno commentato il governatore Fedriga e il sindaco Roberto Di Piazza che continuano: «Hanno tentato di avvelenare il clima alimentando inutili tensioni». A Viareggio, invece, i gestori di palestre e impianti sportivi si sono ritrovati in piazza Mazzini, luogo simbolo del Carnevale.
Contestazioni pure a Verona e a Cosenza, dove un gruppo di titolari di ristoranti e di bar ha fatto scoppiare un grosso petardo. «Non vogliamo assistenzialismo – ha detto uno dei promotori della protesta – ma chiediamo di poter lavorare. Abbiamo fatto sacrifici per adeguare i nostri locali alle normative anti-contagio e oggi la chiusura ci penalizza nuovamente. Alcuni dei nostri dipendenti ancora non hanno ricevuto la cassa integrazione e oggi siamo costretti a non poter lavorare». Nel centro di Treviso, invece, manifestazione pacifica, ma molto partecipata.
Insomma, l’Italia è sotto attacco dei manifestanti arrabbiati (davvero) e del virus che ha ripreso a falciare chiunque gli capiti sottomano. Il timore più grande è che il malcontento sociale sia l’occasione più propizia per la criminalità di ottenere il controllo di territori (e aziende) per cui i ristori dello Stato non sono più sufficienti. Si è in balìa cambiamenti quotidiani costanti. Mai come adesso si vive alla giornata. Sarà la giusta occasione per rendersi conto che “l’essenziale è invisibile agli occhi”?
Maria Giulia Vancheri
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Maria Giulia, che in una parola si definisce logorroica, è una studentessa 24enne di giurisprudenza, a Catania. Dopo anni passati sui libri ha pensato bene di iniziare a scrivere per non infastidire più chi non volesse ascoltare le tante cose che aveva da dire. Riconosce di essere fashion… ma non addicted. Ama il mare e anche durante la sessione estiva non rinuncia alla sua nuotata giornaliera, che le rinfresca il corpo e i pensieri.
Crede fermamente che chi semina amore, raccolga felicità