La Lega ha proposto di uscire dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), seguendo l’esempio di Donald Trump, che aveva parlato della possibilità durante il suo insediamento.
A presentare la proposta alla Camera sono stati due esponenti di spicco del partito di Salvini, Claudio Borghi e Alberto Bagnai, entrambi euroscettici da sempre. Tuttavia, la proposta ha trovato molta resistenza all’interno del governo italiano.
Salvini ha rilanciato il suo punto di vista sui social, dichiarando che l’Italia non dovrebbe continuare a finanziare un ente internazionale che, a suo dire, non risponde agli interessi nazionali ma favorisce solo multinazionali e dipendenti dell’Oms. Borghi ha poi cercato di accelerare il processo, auspicando di ottenere il sostegno di Forza Italia e Fratelli d’Italia per far approvare rapidamente la proposta.
Secondo la Lega, l’Oms sarebbe un organismo inefficace, costoso e distante dalle necessità reali dei paesi membri.
Ma, nonostante la spinta della Lega, l’idea di uscire dall’Organizzazione non ha trovato unanimità nemmeno tra i leghisti, con alcuni membri del partito che mettono in discussione la convenienza di una simile mossa.
La proposta ha trovato qualche resistenza anche tra gli alleati di governo. Da Fratelli d’Italia, pur senza dichiarazioni ufficiali, diverse voci hanno mostrato preoccupazione. Alcuni temono che una decisione del genere potrebbe dare maggiore influenza alla Cina all’interno dell’Oms.
Altri, invece, ritengono che sia meglio riformare l’Organizzazione dall’interno piuttosto che uscirne. Anche Forza Italia ha manifestato dubbi, con Paolo Barelli, capogruppo alla Camera, che ha definito la proposta “un passo troppo rischioso”, sottolineando che una decisione di tale portata debba essere presa da tutti i partiti della maggioranza.
Anche Ugo Cappellacci, presidente della Commissione Salute della Camera e membro di Forza Italia, ha bocciato l’idea, avvertendo che uscire dall’Oms metterebbe a rischio il modello integrato di salute globale che cerca di connettere la salute umana, animale e ambientale. Secondo Cappellacci, le sfide sanitarie richiedono una risposta collettiva, non individuale, e l’Italia dovrebbe cercare di migliorare l’Oms dall’interno, non abbandonarla.
In linea con questa visione, Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, ha dichiarato che pur riconoscendo la necessità di riformare l’Oms, uscire da essa sarebbe un errore strategico.
In conclusione, mentre la Lega spinge per una rottura con l’Oms, il resto della maggioranza sembra preferire una linea più cauta, che prevede il miglioramento dell’organizzazione piuttosto che un suo totale abbandono.
Fonte immagine in evidenza: open.online
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