MOSCA – Domenica 1 marzo si è svolto il tanto atteso corteo contro il “regime” di Putin: circa 20 mila persone hanno sfilato per le vie del centro della capitale russa verso Piazza Rossa, stringendo in mano un fiore da lasciare sul luogo dell’omicidio di Boris Nemtsov, il leader dell’opposizione liberale al governo, freddato a colpi di pistola nella notte di venerdì 27 febbraio a pochi passi dal Cremlino.
È evidente che la consistente folla presente abbia manifestato tutta l’indignazione dei connazionali nei confronti di un governo che non lascia spazio alla libertà di espressione. Negli ultimi anni, infatti, secondo quanto dichiarato da David J. Kramer, direttore esecutivo di Freedom House (organizzazione non governativa internazionale con sede a Washington D.C., che conduce attività di ricerca e sensibilizzazione sui diritti umani, libertà politiche e democrazia), si sono susseguiti una serie di omicidi di giornalisti e politici di cui non si è mai trovato il colpevole. La maggior parte di costoro si occupava di indagini relative alla criminalità organizzata e alla corruzione delle istituzioni. Si pensi, a tale proposito, all’omicidio della giornalista Anna Politkovskaja nel 2009 e dell’oppositore politico Alexander Litvinenko nel 2007.
Ora, nel 2015, la cronaca riferisce l’omicidio “politico” di Nemtsov, capofila dell’opposizione liberale alla recente politica di Putin in Crimea. Da anni, ormai, il leader denunciava la presenza di forze militari russe in Crimea e, come ha dichiarato lo stesso Presidente ucraino Petro Poroshenko, «Nemtsov doveva presentare a giorni delle prove della forte partecipazione russa nel conflitto del Donbass, in Ucraina». Putin si è dichiarato estraneo ai fatti e tramite il proprio portavoce ha definito l’omicidio di Nemtsov una semplice provocazione; a suo parere, il leader dell’opposizione non era un avversario politico temibile, in quanto troppo debole di fronte alla sua “grandezza”.
Intanto, tutto l’Occidente è indignato e il premier italiano Matteo Renzi deporrà un fiore sul luogo dell’agguato in onore di Nemtsov, in occasione della sua visita al Cremlino nei giorni 4 e 5 marzo. Il popolo russo ha espresso la propria indignazione gridando in coro durante la marcia di solidarietà: «Non abbiamo paura». Quale sarà la prossima mossa di Putin per frenare la feroce aspirazione collettiva di lottare per la libertà?
Ester Sbona
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