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Il rider Marco Tuttolomondo non lavorerà più a cottimo: è il primo in Italia
30 Novembre 2020
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Il rider Marco Tuttolomondo non lavorerà più a cottimo: è il primo in Italia

Home » Best politik » Il rider Marco Tuttolomondo non lavorerà più a cottimo: è il primo in Italia

Il protagonista della storia è Marco Tuttolomondo, 49 anni, Palermitano. Di professione fa il rider ed è tutt’altro che un universitario che desidera avere qualcosa in tasca per farsi uno spritz in più nel weekend. A Marco, dunque, consegnare cibo a domicilio non serve per arrotondare ma, al contrario, per assicurare una vita dignitosa (o quasi) a sé stesso e alla sua famiglia.

In questi mesi, i fattorini, ci hanno recapitato una pizza, un hamburger o il sushi quando più lo desideravamo. Eppure, molti di loro, rischiano la vita per una manciata di euro, quotidianamente. Basti pensare che Uber Eats Italia, altra società di food delivery, sia stata recentemente commissariata perché accusata di caporalato sui riders.

Tuttolomondo si è fatto portavoce del disagio dell’intera categoria e, dopo aver denunciato le pessime condizioni in cui lavorano i riders in una Tv locale, ha rincarato la dose ricorrendo al Tribunale di Palermo (Sez. Lavoro) per aver subito un “licenziamento digitale” ingiusto. Marco ha tutte le carte in regola, aspetto compreso, per essere un moderno rivoluzionario. E, nel suo piccolo, lo è.

Il licenziamento tramite disconnessione

Tuttolomondo aveva iniziato a lavorare come rider di Glovo alla fine del 2018, effettuando consegne anche per dieci ore al giorno. Per denunciare la condizione in cui erano costretti ad offrire il servizio i fattorini, era diventato sindacalista iscrivendosi al Nidil della Cgil (sindacato per i lavoratori atipici). Secondo un’intervista concessa a Le parole della settimana, Marco era stato disconnesso dalla app di smistamento consegne una prima volta a marzo, e poi una seconda volta dopo che, a suo dire, a causa di un problema tecnico, non aveva versato i soldi delle consegne di una giornata, poi versati due giorni dopo. Insomma, si trattava di un vero e proprio licenziamento digitale, subito mediante una disconnessione che gli ha impedito di continuare a guadagnare.

Il 49enne, dunque, ha dapprima diffidato l’azienda, poi si è rivolto al Tribunale del lavoro di Palermo, con la consulenza e il sostegno della Cgil locale, presentandovi ricorso. Secondo il sindacato, il blocco del rider sarebbe stata una ritorsione contro Tuttolomondo per avere denunciato, partecipando ad una trasmissione televisiva, l’assenza di una disciplina legislativa adeguata per l’occupazione dei riders.

La sentenza senza precedenti

Tuttavia, dopo aver adito le vie legali era stato nuovamente ri-connesso (chissà perché) alla piattaforma necessaria per i riders. Ma non è tutto. Lo scorso 23 novembre, il Tribunale di Palermo, con una sentenza senza precedenti (una simile risale al 10 gennaio 2019), ha ordinato all’azienda di reintegrare il lavoratore palermitano e di farlo con un contratto a tempo indeterminato. Il lavoro autonomo con retribuzione a cottimo sarà, per fortuna, solo un lontano ricordo. «Sono stati mesi difficili – commenta Marco Tuttolomondo – nei quali ho creduto di poter ottenere quello che mi spettava. È stata una sentenza molto importante ed effettivamente sono il primo corriere d’Italia, su circa 8mila che lavorano per Glovo, ad aver ricevuto il giusto rispetto».

Si tratta di un primo passo verso un obiettivo più grande: assicurare ai ciclofattorini delle condizioni di lavoro tutt’altro che disumane. Nella giusta direzione si dirige già just eat, il quale ha promesso che dal 2021 assumerà i fattorini come dipendenti, dopo anni passati a inquadrarli come autonomi.

«Dopo il Covid saremo migliori?», ci si è chiesti tante volte. Questa decisione sarà solo una goccia nell’oceano ma, forse, sta già tracciando la strada da percorrere per una società più equa.

Maria Giulia Vancheri

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.

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Maria Giulia Vancheri

About Maria Giulia Vancheri

Maria Giulia, che in una parola si definisce logorroica, è una studentessa 24enne di giurisprudenza, a Catania. Dopo anni passati sui libri ha pensato bene di iniziare a scrivere per non infastidire più chi non volesse ascoltare le tante cose che aveva da dire. Riconosce di essere fashion… ma non addicted. Ama il mare e anche durante la sessione estiva non rinuncia alla sua nuotata giornaliera, che le rinfresca il corpo e i pensieri.
Crede fermamente che chi semina amore, raccolga felicità

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