Marò: Il Tribunale internazionale dell’Aja ha precluso all’Indiadi esercitare la propria giurisdizione nei loro confronti. Verranno processati in Italia.
Tutto ha inizio il 15 febbraio 2012, nelle acque indiane del Kerala. Quel giorno, due pescatori locali — Aieesh Pink, 25 anni, e Valentine Jalastine, 45 anni — forse scambiati per pirati, furono uccisi con armi da fuoco. I militari italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, a bordo della nave Enrica Lexie, furono accusati dell’accaduto dalla polizia indiana. Da allora, si è aperto un contenzioso tra Roma e Delhi: dove processare i due marò? La questione ha creato non poche conseguenze sulle relazioni politiche ed economiche intercorrenti tra Italia e India.
Il Tribunale dell’Aja (tribunale legittimato a decidere su crimini internazionali che ha sede nei Paesi Bassi) ha ulteriormente affermato che: «l’Italia ha violato la libertà di navigazione e dovrà pertanto compensare l’India per la perdita di vite umane, i danni fisici, il danno materiale all’imbarcazione e il danno morale sofferto dal comandante e altri membri dell’equipaggio del peschereccio indiano Saint Anthony», a bordo del quale morirono i due pescatori del Kerala: uno stato sulla costa tropicale indiana di Malabar.
La questione “marò”, dunque, torna a far parlare di sé. La sentenza dell’Aja, infatti, decide la sola giurisdizione (dunque il processo si terrà in Italia). Altamente probabile che attorno al processo si accenda un confronto politico interno tra i partiti italiani: c’è chi pone davanti a tutto i militari italiani impegnati in missione e chi è scettico circa i loro comportamenti in queste zone.
I primi a felicitarsi per la sentenza sono stati, oltre al Premier Conte, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e quello della Difesa Lorenzo Guerini; Non mancano, però, i commenti degli esponenti del centrodestra. Gli avvocati indiani sosterranno le loro accuse nei confronti dei due fucilieri di marina italiani. L’Italia dovrà, dunque, nominare un team di legali per difenderli. «Questa storia si conclude, non festeggeremo perché è ancora presto, ma facciamo un sospiro di sollievo. Un giorno qualcuno chiederà scusa a questi uomini che hanno portato avanti una storia da ben 8 anni con dignità e onore, non pronunciando mai una parola fuori posto», commenta la figlia di uno dei due marò, Giulia Latorre.
Maria Giulia Vancheri
Fonte immagine: Wikipedia
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Maria Giulia, che in una parola si definisce logorroica, è una studentessa 24enne di giurisprudenza, a Catania. Dopo anni passati sui libri ha pensato bene di iniziare a scrivere per non infastidire più chi non volesse ascoltare le tante cose che aveva da dire. Riconosce di essere fashion… ma non addicted. Ama il mare e anche durante la sessione estiva non rinuncia alla sua nuotata giornaliera, che le rinfresca il corpo e i pensieri.
Crede fermamente che chi semina amore, raccolga felicità