Arriverà mercoledì 7 ottobre la sentenza nei confronti di leader e membri di Alba Dorata, il partito di estrema destra greco fondato ad Atene nel 1993 e salito alla ribalta in occasione delle elezioni del 2015, dopo essere diventato la terza forza politica del paese (con l’ottenimento di ben 17 seggi parlamentari). Dopo cinque anni dall’inizio del processo, la magistratura si trova a mettere un punto fermo a una delle vicende più torbide della politica europea degli ultimi anni: una lunga serie di crimini violenti dal movente politico, tutti orbitanti intorno a un’organizzazione partitica di ispirazione filonazista ed eversiva, seppure istituzionalizzata e inserita nei meccanismi della democrazia rappresentativa. Tra i suoi principali riferimenti, Alba dorata annovera il leader nazionalista Ioannis Metaxas, dal quale si discosta per le posizioni filorepubblicane anziché filomonarchiche.
Numerosi i capi di accusa, per un totale di sessantanove imputati: diciotto ex membri del parlamento e due militanti attuali sono infatti accusati di essere a capo di un’organizzazione criminale autrice di gravi crimini contro la persona, mentre altri militanti sono accusati di reati minori tra i quali falsa testimonianza e possesso illecito di arma da fuoco. Tra gli imputati spicca il nome di Nikólaos Michaloliákos, fondatore e leader del partito con una lunga storia giudiziaria alle spalle.
Sotto l’attenzione dei giudici anche tre drammatici casi singoli: nello specifico, l’omicidio del cantante antifascista Pavlos Fyssas, risalente al settembre 2013, il tentato omicidio del pescatore egiziano Abouzid Embarak, nel giugno 2012, e il tentato omicidio di alcuni membri del Partito Comunista Greco e del sindacato PAME (Fronte Militante di Tutti i Lavoratori), fatti anch’essi verificatisi nel 2013.
In trepidante attesa le forze democratiche di tutta l’UE: una sentenza sfavorevole potrebbe infatti rappresentare un forte segnale di avvertimento nei confronti dei movimenti politici, europei e non, che perseguono ideologie estremiste simili e così una condanna ferma alla violenza politica in Europa.
Agata Virgilio
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Classe ’99, diplomata al liceo classico, vive a Prato con la sua famiglia e i suoi amati gatti. Frequenta con qualche intoppo l’Università di Firenze e svolge vari lavoretti. Le sue passioni sono banali ma sincere: letteratura, musica punk, cinema e politica. Sogna, un giorno, di poter vivere di scrittura (il suo grande amore).