Studenti, lavoratori e turisti: italiani all’estero impauriti e spaventati per la propria posizione. Italiani che hanno deciso di continuare e approfondire il proprio percorso di studi. Italiani che per guadagnare qualcosa di più hanno deciso di lavorare all’estero, ignorando il tipo di contratto. Tutte persone che, purtroppo, sono messe in difficoltà sia dal virus, sia dalle politiche attuate nei paesi dove risiedono.
Gli italiani all’estero sono impauriti e in difficoltà, soprattutto in Inghilterra.
Ce lo fanno capire le dichiarazioni di due giovani lavoratori. Entrambi italiani impauriti e in difficoltà per la loro posizione in Inghilterra. Una ragazza di nome Federica Pepe, raggiunta telefonicamente dall’AGI (Agenzia Giornalistica Italiana, ndr), ha dichiarato in un’intervista quello che succede in Inghilterra: «Boris Johnson ha deciso che la gente deve ammalarsi, che va bene perdere i propri cari… una sorta di esperimento darwiniano. Siamo nel panico e non sappiamo cosa fare». Così la 26enne residente a Londra esprime le sue tensioni e paure. Per Federica, e non solo, il governo inglese sta sottovalutando il problema Coronavirus, ignorando gli approcci di altri paesi che stanno vivendo una forte crisi, come l’Italia.
Assieme a lei, concorda anche Andrea, il catanese che, in una recente intervista di Voci di Città, spiegava la sua posizione, in tutto distaccata dalla “politica anti-virus” di Boris Johnson.
Nell’intervista, viene aggiunto che «Una mia carissima amica e la sua coinquilina – racconta ancora Federica – hanno, purtroppo, tutti i sintomi compatibili con il coronavirus ma al momento NHS (il servizio sanitario inglese, ndr.), ha negato il tampone a entrambe. Una ha quasi 39 di febbre, tosse e ha ricevuto la visita del padre, che proveniva dal nord Italia. Ma nessun medico è andato a casa a visitarla.
Un’altra mia amica, che ha appena terminato le cure per un tumore», ha proseguito Federica, «non sta ricevendo le visite mediche domiciliari previste per i pazienti oncologici perché il sistema è già al collasso a causa delle richieste per il coronavirus. Le è stato detto di muoversi autonomamente per andare in pronto soccorso. Ma lei non solo non può muoversi, ma è spaventata, dato il suo sistema immunitario indebolito dalle cure contro il tumore». A ciò si aggiungono i timori del vivere in un paese dove il cittadino, che paghi o meno le tasse, non viene tutelato. La situazione non mette in difficoltà solo gli italiani.
A parlare, e della stessa linea di pensiero di Federica, è Andrea: giovane catanese, in passato anche autore di Voci di Città. In un articolo recente, Andrea spiegava che in Inghilterra «non hanno ancora realizzato la gravità della situazione. A lume di logica, sarebbe stato saggio chiudere tutto prima di arrivare alla situazione grave che c’è in Italia a causa del Coronavirus. E invece no. Si continua tutto come sempre. ristoranti aperti, palestre aperte, cinema aperti, discoteche aperte e chi più ne ha più ne metta.», un approccio totalmente opposto rispetto alle misure prese in Italia.
Quella del governo britannico, agli occhi dei due italiani, appare come una posizione insensata. Andrea lo fa notare mettendo a confronto Irlanda e Inghilterra. I verdi vicini degli inglesi, nonostante i soli 10 casi, si sono mossi subito chiudendo tutto per prevenire ulteriori difficoltà.
Oggi 16 Marzo 2020, Boris Johnson ha fatto una sorta di passo indietro. Se fino a ventiquattrore fa si parlava di “immunità di gregge” o “accettiamo la perdita dei nostri cari”, adesso il premier inglese ha cambiato approccio.
Il Corriere della Sera (in un articolo di Paola De Carolis), ha riportato le parole di Boris Johnson. Quest’ultimo ha voluto sottolineare «che è arrivato il momento di adottare misure draconiane». Ora chi mostrerà sintomi avrà il dovere di auto-isolarsi per 14 giorni. Inoltre il politico ha richiesto di limitare contatti sociali e di incontrarsi in gruppi affollati. In poche parole, si sta ripetendo quello che l’Italia ha già affrontato. Ben presto anche l’Inghilterra arriverà al punto di isolarsi.
Davide Zaino Pasqualone
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